Istituzioni

Il centrosinistra al referendum contro il terzo mandato del presidente provinciale

I partiti hanno deciso di chiedere la consultazione direttamente tramite i propri consiglieri e anche raccogliendo le firme fra i cittadini. A Roma, oggi, il governo deciderà se impugnare la legge provinciale che consente a Fugatti di ricandidarsi: nel caso affermativo il referendum sarebbe sospeso, altrimenti si terrà nel prossimo autunno

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di Luisa Patruno

TRENTO - Mentre oggi il Consiglio dei ministri sarà chiamato a decidere se impugnare o meno davanti alla Corte costituzionale la legge trentina, che ha alzano da due a tre il numero massimo di mandati consecutivi per il presidente della Provincia, ieri le forze politiche dell'Alleanza democratica autonomista hanno deciso di promuovere il referendum confermativo per chiedere ai cittadini trentini di cancellare questa legge, che nel dibattito in consiglio provinciale hanno battezzato il «salva Fugatti», visto che consente al presidente in carica di potersi ricandidare per una terza volta nel 2028.

All'incontro erano presenti Pd, Campobase, Alleanza Verdi Sinistra, Socialisti, Italia Viva e Azione. I segretari di partito hanno condiviso la decisione già presa lunedì dai consiglieri provinciali delle forze che fanno parte dell'Alleanza di Alleanza democratica autonomista (Ada) del Trentino in consiglio che si sono detti favorevoli a farsi promotori del referendum. L'articolo 47 dello Statuto di Autonomia prevede infatti che il referendum confermativo di una riforma elettorale possa essere chiesto da almeno 7 consiglieri provinciali. 

Il solo gruppo del Pd sarebbe sufficiente, ma a questo si aggiungono 4 consiglieri di Campobase, Lucia Coppola (Avs) e sono già 12. C'è poi Paola Demagri (Casa Autonomia) e potrebbe aggiungersi Filippo Degasperi (Onda), che però non fa parte di Ada, ma ha votato contro la legge. 

Il centrosinistra, compatto sull'idea del referendum proposto per primo da Marco Boato (Avs) non si ferma però qui. Ieri i segretari hanno deciso di promuovere « in modo parallelo e complementare anche la raccolta delle firme sulla legge che introdurrebbe il terzo mandato sempre come previsto dall'articolo 47 dello Statuto di Autonomia». 

All'incontro, Azione e Italia Viva non hanno aderito subito al referendum ma si sono riservate di discuterne nei propri organi di partito per dare una risposta nei prossimi giorni. 

L'Alleanza vorrebbe infatti partire con la raccolta di firme - ne servono circa 9.000 - in maniera unitaria. 

In un comunicato al termine della riunione si è specificato inoltre che: «L'iniziativa verrà assunta anche nel caso in cui il governo nazionale nei prossimi giorni dovesse decidere di impugnare la legge di fronte alla Corte costituzionale». 

La decisione dovrebbe arrivare già oggi, visto che il Consiglio dei ministri si riunisce e il termine per impugnare la legge provinciale scade il 18 maggio. Il ministro leghista agli Affari regionali, Roberto Calderoli, ha già dichiarato anche pubblicamente di ritenere che dal punto di vista tecnico la legge sta in piedi perché la Provincia ha competenza sulla materia in virtù della sua autonomia speciale, ma in Consiglio dei ministri già sono emerse prese di posizione molto critiche da parte dei ministri di Fratelli d'Italia e di Forza Italia, due partiti che a differenza della Lega sono contrari al terzo mandato per i governatori e soprattutto temono che non impugnare la legge trentina voglia dire aprire la strada anche ad una analoga legge in Friuli Venezia Giulia. 

Qualora il Governo impugnasse la legge si sospenderebbe l'iter del referendum fino alla decisione della Consulta e i tempi non sono brevi. Diversamente, il referendum si terrà in autunno. La raccolta di firme potrebbe iniziare già la settimana prossima.

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