Politica

Trento, il Pd si sacrifica e la giunta comunale è fatta: ecco i nomi

I dem hanno fatto un passo indietro, a denti stretti, per gli equilibri nella coalizione. Il sindaco ha ricucito i rapporti e oggi presenta la squadra alla città. Oltre al primo cittadino entrano: vicesindaca Bozzarelli,
Brugnara, Casonato, Frizzera, Pedrotti, Fernandez e Baggia. A Silvia Zanetti (Intesa per Trento) la presidenza del consiglio, ma il centrodestra non la vuole

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di Fabrizio Franchi

TRENTO - La giunta è fatta. Mancano i tasselli relativi alle competenze degli assessori, che non è poca cosa, ma Franco Ianeselli ha trovato la quadra. Il Partito Democratico, pur forte dei numeri, ieri mattina ha deciso di sacrificarsi e ha fattto un passo indietro, anzi due, lasciando via libera a Silvia Zanetti (Intesa per Trento) per la presidenza del Consiglio comunale. Un gesto che vale più di un discorso, perché quello che conta più di tutto, più dei destini personali, è tenere dentro, tenere insieme. Anche se qualcuno, nel Pd, ha stretto i denti. 

Ma, come ha detto al sindaco Alex Benetti, segretario cittadino dem e neo- consigliere: «A noi interessa che la città abbia una giunta». Trento così chiude il cerchio e si prepara al varo del nuovo esecutivo che avverrà oggi, lubnedì 12 maggio. 

Tanta continuità, qualche volto nuovo, diversi equilibri ricuciti. Età media, 45,7 anni, segno di un'idea chiara: serve competenza, ma serve anche futuro. Il sindaco Franco Ianeselli, riconfermato al primo turno con un distacco mai davvero in discussione, nemmeno prima del voto, non ha perso tempo. 

In nemmeno una settimana dopo il voto, tra un vertice e una telefonata, ha sistemato le caselle. Ha tenuto il timone anche da Biella, dove è in trasferta per l'Adunata degli Alpini. Un tratto che non è solo stile, ma metodo: dialogo politico, visione amministrativa senza soluzione di continuità e soprattutto decisionismo che ha messo tutti all'angolo.Domani arriva l'ufficialità, ma la squadra c'è con tutte le maglie assegnate per la foto dell'album.

Il Partito Democratico si prende tre assessorati: Elisabetta Bozzarelli (la più votata, 1.450 preferenze), confermata vice sindaca e delega alla cultura e riferimento solido dell'area riformista; Michele Brugnara, tecnico ma non troppo, con deleghe pesanti alla mobilità; e la giovane Giulia Casonato, 28 anni, già icona politica ancor prima del primo consiglio comunale. Forse a lei qualche delega ambientale per non lasciare tutto ai Verdi. 

Campobase, alleata cruciale, incassa due poltrone: torna Alberto Pedrotti, 36 anni, assessore apprezzato per il lavoro negli ultimi mesi della scorsa consiliatura a cui dovrebbero andare i lavori pubblici e molto probabilmente anche partite come la funivia del Bondone. Poi arriva Gianna Frizzera, volto noto a Gardolo, che ha fatto il pieno di consensi e si prenderà il welfare. 

Gli altri tasselli si distribuiscono tra le forze civiche e ambientaliste: Andreas Fernandez per Alleanza Verdi Sinistra alla transizione ecologica e Monica Baggia confermata per Insieme per Trento all'Urbanistica.

Il caso, semmai, è un altro. Renato Tomasi, 72 anni, esperienza e ambizione, è rimasto fuori. È molto deluso. L'aria che tira è da strappo con il passaggio all'opposizione. Per la segretaria di Campobase, Chiara Maule, una gatta da pelare su cui non vuole rispondere nonostante le bordate arrivate ieri sui giornali da parte del grande deluso.

La presidenza del consiglio comunale andrebbe a Silvia Zanetti, nome spendibile e speso da Intesa che spinge perché la maggioranza sia inclusiva e guardi anche al centro. ll Pd incassa il colpo e si sacrifica per senso di responsabilità, anche se va detto che alla presidenza va un avvocato competente che dovrà sostituire l'ingombrante eredità di Paolo Piccoli. 

Il problema è che il centrodestra non la vuole. Così si chiude il primo tempo della partita: otto nomi, sette forze, una maggioranza. 

Il Pd fa la parte del leone, senza aver forzato. Ianeselli cuce, compone, media. Tiene dentro e insieme. Il tempo della diplomazia è finito. Inizia quello del governo. E in una Trento che si muove tra università, grandi opere, mobilità da reinventare e politiche sociali da riformulare, serve concretezza. E nervi saldi. Il bis può essere grande occasione. Dipende da come la squadra giocherà.

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