Tossicodipendenze, liste d'attesa di due mesi nelle comunità terapeutiche trentine: l'allarme di Campobase
Quattro comunità terapeutiche sparse sul territorio non riescono più a far fronte alla domanda crescente: l'interrogazione della consigliera provinciale Chiara Maule punta i riflettori su un sistema assistenziale che richiede un ripensamento complessivo
DATI Il Trentino bianco, ma di cocaina
SERD A Trento circa 200 accessi al giorno
TRENTO. La consigliera provinciale di Campobase Chiara Maule ha presentato un'interrogazione alla Giunta provinciale per fare il punto sulla gestione dell'emergenza tossicodipendenze in Trentino. L'atto pone l'accento su un sistema che appare al collasso, con quattro comunità terapeutiche sparse sul territorio che non riescono più a far fronte alla domanda crescente.
Le liste d'attesa hanno ormai raggiunto i due mesi di tempo, mentre le richieste di assistenza continuano ad aumentare costantemente. La complessità del fenomeno – fa capire Chiara Maule – si scontra con un apparato assistenziale che appare inadeguato alle sfide contemporanee.
All'inizio del 2025 – scrive Chiara Maule - l'esperto nominato dalla Giunta provinciale nel 2019 proprio per analizzare il problema della tossicodipendenza ha lanciato un chiaro allarme. Nel suo rapporto afferma che "in Trentino il sistema è vecchio e inefficace e servono SERD privati e convenzionati e nuovi approcci per affrontare le emergenze".
La questione era già stata sollevata nel febbraio 2024 con una precedente interrogazione, alla quale il presidente Fugatti aveva risposto “riferendo l'assunzione di quattro liberi professionisti - due psicologi e due assistenti sociali - con contratti annuali per rafforzare la risposta a questa sempre più complessa problematica".
Ora, la consigliera Maule chiede chiarimenti sulla permanenza in servizio di questi professionisti, considerato che i contratti annuali dovrebbero essere ormai prossimi alla scadenza o già scaduti.