Sicurezza

Infortuni sul lavoro: 608 casi gravi e 22 morti in Trentino nel triennio 2022-2024

I settori più colpiti risultano essere quelli delle costruzioni, dell'agricoltura, dell'industria del legno e dei trasporti, con le cause principali identificate nelle cadute dall'alto, nei movimenti scoordinati, negli scivolamenti o inciampamenti e nella perdita di controllo dei mezzi di trasporto

TRENTO. Nel triennio 2022-2024, l'Unità operativa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (UOPSAL) dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari del Trentino ha processato 608 infortuni gravi, di cui 22 mortali. Un dato che conferma nel complesso una sostanziale stabilità, ma evidenzia un forte incremento degli infortuni fra i lavoratori stranieri, che rappresentano circa un terzo del totale.

I settori più colpiti risultano essere quelli delle costruzioni, dell'agricoltura, dell'industria del legno e dei trasporti, con le cause principali identificate nelle cadute dall'alto, nei movimenti scoordinati, negli scivolamenti o inciampamenti e nella perdita di controllo dei mezzi di trasporto.


Secondo le analisi presentate oggi durante il convegno organizzato da TSM - Trentino School of Management, i settori più colpiti restano quello delle costruzioni, dell'agricoltura, dell'industria del legno e dei trasporti. Le cause principali degli incidenti sono state identificate nelle cadute dall'alto, nei movimenti scoordinati, negli scivolamenti o inciampamenti e nella perdita di controllo dei mezzi di trasporto.


"Non esiste la fatalità negli infortuni sul lavoro", ha sottolineato l'assessore provinciale allo sviluppo economico durante l'apertura dei lavori. "Dietro ogni incidente c'è sempre una motivazione identificabile, e questo ci impone di agire con interventi coordinati per rafforzare la cultura della sicurezza", ha aggiunto, evidenziando come sia fondamentale che i lavoratori diventino protagonisti attivi della propria sicurezza.


Francesco Barone, presidente di TSM, ha ribadito la necessità di uno "sforzo corale" tra istituzioni, datori di lavoro e stakeholder: "Dobbiamo far percepire le norme sulla sicurezza non come vincoli o perdite di tempo, ma come investimenti sul progresso sociale. Coltivare cultura per raccogliere sicurezza e dignità del lavoro".


Un aspetto innovativo emerso durante il convegno riguarda i dispositivi di protezione individuale (DPI), spesso progettati secondo standard maschili che ne compromettono l'efficacia per le lavoratrici. "La sicurezza deve considerare anche le differenze di genere", hanno evidenziato gli esperti, sottolineando la necessità di adeguare i DPI alle diverse caratteristiche anatomiche.


Daniela Bertamini, vicepresidente dell'Associazione Artigiani del Trentino, ha concluso affermando che "la cultura della sicurezza deve diventare uno stile di vita" e che "lavorando in sinergia possiamo contribuire in modo concreto a ridurre gli infortuni".


L'iniziativa si inserisce nel progetto "Buon lavoro – Piano di promozione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro", promosso da TSM in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, che presto avrà accesso al sistema SINP, la banca dati degli infortuni messa a disposizione da INAIL, strumento che permetterà di sviluppare strategie preventive più efficaci basate su dati concreti e aggiornati.

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