Politica

Sfiducia a Francesca Gerosa: la mozione è pronta e viene tenuta in caldo

Il consigliere Claudio Cia avrebbe già raccolto le sette firme necessarie per depositarla. La vicepresidente è accusata di minare la credibilità dell’esecutivo, ma si attendono le Comunali

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. La mozione di sfiducia nei confronti della vicepresidente meloniana della Provincia, Francesca Gerosa, è pronta e viene tenuta in caldo da quella parte del centrodestra che spinge per espellere Fratelli d'Italia dalla giunta provinciale e di conseguenza dalla maggioranza, ora che con due soli consiglieri non ha più i numeri per essere determinante. 

La mozione è stata preparata dal consigliere provinciale Claudio Cia (nella foto con Gerosa), che si sarebbe già premurato di raccogliere le sette firme necessarie per poterla depositare. Sui firmatari Cia non si sbilancia ma ci tiene a dire chiaramente che il suo obiettivo non è quello di riconquistare il posto in Giunta che dovette lasciare ad inizio legislatura proprio su pressione di Fratelli d'Italia che preferì la vicepresidenza per Gerosa ai due posti. 

«Io non miro ad alcun assessorato» precisa il consigliere. L'iniziativa di Cia contro l'assessora di Fratelli d'Italia sarebbe dunque tutt'altro che un'operazione solitaria e viene portata avanti anche se - per ora - il presidente della Provincia e garante della coalizione, Maurizio Fugatti, ha cercato di tenere a freno i suoi più scaldati sostenitori dopo che l'uscita da Fratelli d'Italia di Carlo Daldoss e Christian Girardi gli ha garantito la possibilità di un terzo mandato mettendo fuori gioco proprio la sua vice Francesca Gerosa.

Alla vicepresidente si rimprovera di non avere la capacità di garantire coesione e stabilità all'interno della Giunta e della coalizione che la sostiene e soprattutto Cia e gli altri firmatari lamentano che da troppo tempo si registrano «dichiarazioni e prese di posizione della vicepresidente che appaiono in evidente e costante contrapposizione con quelle del presidente» e che tutto questo «mina la credibilità dell'esecutivo e rischiano di compromettere la compattezza della coalizione di maggioranza, generando confusione anche all'esterno e alimentando una crescente frustrazione tra le forze politiche che sostengono la Giunta». 

Insomma, al primo cenno di via libera da parte del presidente Fugatti potrebbe scattare l'operazione sfiducia a Gerosa. Ragionevolmente si attenderà prima l'esito delle elezioni comunali del 4 maggio, che potrebbero non essere ininfluenti sulla determinazione di tagliare fuori oppure no dal governo provinciale Fratelli d'Italia che da parte sua ritiene di avere le spalle coperte dal livello nazionale ritenendo impossibile che il leghista Fugatti possa permettersi di rompere con il partito della premier Giorgia Meloni. Intanto, ieri era convocato il consiglio regionale e il presidente Fugatti conversava amabilmente con Daldoss e Girardi, i consiglieri a cui deve il terzo mandato nel 2028. I due è probabile che ora diano vita a un gruppo consiliare autonomo invece di dover confluire nel gruppo misto. Fratelli d'Italia, invece, si lecca le ferite e mostra di aver incassato il colpo. 

La capogruppo regionale Anna Scarafoni esclude infatti che FdI possa chiedere di rimettere in discussione l'assessorato regionale di Carlo Daldoss ottenuto in quota FdI. «Non tocchiamo niente - dice Scarafoni - né l'assessorato regionale né la vicepresidenza della Provincia di Trento». Meglio stare fermi.

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