Centrodestra

FdI nella bufera, Cia: “Urzì chiede le dimissioni ai transfughi, ma accoglieva a braccia aperte chi cambiava partito”

Il consigliere provinciale attacca anche la vicepresidente della giunta, Francesca Gerosa: “Dice che se casca lei, casca tutto? Megalomane”

TRENTO. Si intensifica lo scontro politico in Provincia di Trento dopo l'approvazione del controverso disegno di legge sul terzo mandato. Il consigliere Claudio Cia non ha usato mezzi termini nel criticare le recenti dichiarazioni dell'assessore Gerosa e dell'onorevole Urzì, definendole "sconcertanti" e sintomo di una crisi più profonda all'interno della coalizione di governo.


In un duro comunicato Cia ha preso di mira in particolare l'affermazione attribuita a Gerosa "se casco io, casca tutto", considerandola emblematica di una visione politica autoreferenziale e, a suo avviso, megalomane da parte dell'assessora, già in posizione delicata per il suo voto contrario su questioni chiave dell'esecutivo provinciale. ( “Le  sue sono parole che suonano più patetiche che autorevoli, e che tradiscono una malcelata vena di megalomania”).


Secondo Cia, l'assessora si starebbe ponendo come "l'origine stessa della politica trentina: il Big Bang da cui tutto ha avuto inizio", un atteggiamento che il consigliere bolla come "più patetico che autorevole".


Non meno severo il giudizio sulle affermazioni dell'onorevole Urzì, che ha definito "traditori" i due consiglieri recentemente usciti da Fratelli d'Italia, arrivando a chiederne le dimissioni dal Consiglio provinciale. Una richiesta che, secondo Cia, rivela "prima ancora che un limite politico, una mancanza di rispetto umano" verso percorsi politici complessi.


Particolarmente incisiva la critica alla coerenza di Urzì, accusato di aver dimenticato che, nella precedente legislatura, quando tre consigliere provinciali elette in altri partiti erano passate a Fratelli d'Italia, lo stesso Urzì non aveva avanzato analoghe richieste di dimissioni.


Cia conclude il suo intervento con un richiamo all'umiltà e all'autocritica, qualità che, a suo avviso, potrebbero "aiutare a prevenire disastri politici, figuracce e scene di isterismo". La frattura che si è aperta rischia di compromettere seriamente la stabilità della maggioranza provinciale, in un momento già complesso per la politica trentina, chiamata a gestire sfide importanti sul fronte economico e sociale.

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