Società / Terza età

Il fenomeno silenzioso, suicidi tra gli anziani: fenomeno in crescita

Coinvolti anche gli over 85: registrati casi nelle Rsa. Le parole della psicologa di Ama e della scrittrice Mencacci: “Incidenza alta sopra i 60 anni”. Sottovalutati degli aspetti psicologici che possono derivare dalla noia e dalla solitudine”

di Francesca Cristoforetti

TRENTO. Se il tema dei suicidi viene considerato un tabù, ancora più nascosto è il fenomeno del "Silent suicide", quello che riguarda anziani e "grandi anziani", ossia over 85. Un fenomeno silenzioso come suggerisce la sua denominazione, che c'è ed esiste, nonostante non se ne parli e non sia conosciuto.

«Nel post pandemia è stata data particolare attenzione al disagio giovanile, ma l'incremento delle problematiche c'è stato anche nella fascia anziani che di base però è più nascosta, essendo una categoria più emarginata», ha spiegato Martina Segatta, psicologa e operatrice del progetto Invito alla Vita dell'Associazione Ama.

«Partiamo dal presupposto che lo stigma del suicidio per chi rimane è molto forte e mettere in luce questo fenomeno non è sempre facile. Ricordiamoci che parlandone però la situazione non peggiora ma al contrario può aiutare ad acquisire gli strumenti necessari per prevenire».

La questione nello specifico è stata affrontata nell'ambito della campagna regionale di prevenzione al suicidio, "Non esiste un solo modo", promosso da Apss e coordinato da Ama in collaborazione con il Forum di Prevenzione di Bolzano, nel dialogo tra Segatta e la psicologa clinica e scrittrice, Elisa Mencacci.

«Nei grandi anziani il problema è ancora più presente rispetto agli over 60 - ha aggiunto Segatta - Si tende a parlare poco della qualità della vita arrivati a una certa età. Vengono sottovalutati degli aspetti psicologici che possono derivare dalla stessa malattia del corpo o il sopraggiungere della noia e della solitudine, perché con l'avanzare degli anni si indebolisce la rete di amicizie e di chi ci sta intorno. Elementi che innescano un disagio emotivo e psichico. Una condizione che si è aggravata poi con la pandemia».

Sembra mancare dunque un «progetto futuro» e le prospettive di vita «più brevi» possono creare un «disagio psicologico intenso, facendo mancare la speranza». «La questione è poco studiata anche a livello di ricerca scientifica. Purtroppo la nostra società non eleva l'anziano come in altre, anzi, lo emargina senza valorizzare la ricchezza data dall'età avanzata. Piuttosto quindi si tende a confinarlo. Questo tipo di fenomeno è diffuso sia in un contesto domestico che nelle Rsa».

Tuttavia, quando si parla di numeri bisogna sempre ricordare che dietro esistono «persone e famiglie». E una comunità, quella della casa di riposo, che «non è sempre una scelta», ha ricordato anche Mencacci. «La marcata difficoltà nel riconoscimento delle cause di morte porta a una sottostima importante del fenomeno. Riteniamo però che l'incidenza dei suicidi nella popolazione anziana non sia bassa».

Secondo gli ultimi dati forniti dall'esperta, su circa 4mila morti ogni anno quasi il 40% è sopra i 65 anni. Un dato sicuramente significativo che non può essere sottovalutato.

L'opuscolo "Non ce la faccio più" per chi avesse bisogno di aiuto o di informazioni relative al tema del suicidio, è scaricabile online dalla pagina internet di Ama Trento o al link automutuoaiuto.it/opuscolosuicidio. Per qualsiasi altro sostegno è possibile rivolgersi direttamente presso la sede di Ama, in via Taramelli 17 a Trento.

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