Ciclista investe un pedone in mezzo alla ciclabile: condannato
Per il giudice l’imputato, che andava nella stessa direzione, avrebbe dovuto rallentare o suonare il campanello
TRENTO. Un colpo di campanello è la soluzione più semplice, nonché immediata, per prevenire gli incidenti sulle ciclabili. Pensate per le due ruote, ma aperte anche ai pedoni, queste piste si estendono per oltre 400 chilometri in Trentino e permettono di girare la provincia in completa sicurezza.
C'è chi utilizza i percorsi ciclopedonali per allenarsi, chi per raggiungere il luogo di lavoro, molti per trascorrere qualche ora di relax all'aria aperta. Ma la convivenza fra bici e pedoni non è sempre facile: le regole ci sono, eppure tante persone le ignorano; talvolta viene a mancare il buonsenso.
Nell'estate di due anni fa, lungo la ciclovia che attraversa le valli del Noce, una pista promiscua e senza corsie dedicate, una donna è stata investita da un ciclista che andava nella sua stessa direzione. La signora, 65 anni all'epoca dei fatti, era caduta procurandosi una contusione al polso ed al ginocchio.
Medicata al pronto soccorso, era stata dimessa con sette giorni di prognosi, a cui se ne sono aggiunti altri venti. Ha poi deciso di denunciare il ciclista per lesioni e, davanti al giudice, si è costituita parte civile chiedendo 5mila euro di risarcimento danni. Il ciclista si è difeso spiegando che la donna si era spostata improvvisamente verso destra e che il manubrio era stato agganciato dalla sedia o dallo zaino che lei portava, con conseguente brusca sterzata della ruota anteriore.
Importante per ricostruire dinamica e responsabilità, è stata la testimonianza di un altro ciclista, che ricordava che la donna si trovava praticamente in mezzo alla pista ciclabile e che aveva uno zaino sulle spalle e teneva in mano una sedia pieghevole.
Sulla colpa il giudice non ha dubbi: l'imputato, che a seguito dell'urto con il pedone è pure lui ruzzolato sull'asfalto, è stato condannato per il reato di lesioni personali al pagamento di 500 euro di multa, al risarcimento danni a favore della parte offesa da liquidarsi in sede civile, e al versamento alla donna di 1.800 euro per le spese di costituzione. Nel ricostruire l'accaduto, il giudice innanzitutto evidenzia che la bici non procedeva a forte velocità, perché in caso contrario le lesioni sarebbero state più serie per entrambe le persone coinvolte. Tuttavia l'imputato non ha avuto una condotta sufficientemente prudente: «avrebbe dovuto vedere per tempo il pedone, tanto più se in mezzo alla pista ciclopedonale, rallentare sino ad una velocità che consentisse un sorpasso in sicurezza (tenendo una distanza laterale di sicurezza sufficiente) o fermarsi (norma di comune prudenza che impone di prevenire le imprudenze altrui, probabili e ragionevolmente prevedibili), avvertire della propria presenza con il campanello o richiamando a voce il pedone».
Nel punto in cui è avvenuto l'incidente la pista è larga 2,5 metri e il tratto è rettilineo (la curva dista 37 metri dal punto di impatto). Il nodo della questione è che la donna, secondo la tesi della difesa, si sarebbe spostata repentinamente a destra, andando verso la corsia (anche se corsie vere e proprie non ci sono) del ciclista. Se così è stato - è il ragionamento del giudice - «vuol dire che la bici stava sorpassando troppo vicino, non mantenendo una distanza laterale di sicurezza». Se l'imputato avesse adottato queste misure, ossia frenare, fermarsi, suonare - è la conclusione - l'incidente non si sarebbe verificato.
Nel caso di ciclabili senza corsie, i cartelli con le regole di comportamento sono posizionati nei punti principali di accesso. Ecco una sintesi: il ciclista pedala a destra e procede su un'unica fila, modera la velocità, usa il campanello per segnalare l'arrivo; il pedone cammina a sinistra e non in gruppo, si ferma sul bordo della pista e non al centro, ha il cane al guinzaglio corto. Nell'ottica di migliorare la sicurezza sulle ciclabili, la Provincia di Trento, con Ufficio infrastrutture ciclopedonali, da due anni sta progettando percorsi dedicati esclusivamente alle biciclette.