Sanità / Problemi

Direttiva dell'Azienda sanitaria: «I Rao vanni rispettati», e si ordina ai medici di comprimere le liste d’attesa

Il consigliere Zanella svela l’ordine impartito ai reparti: Rao A entro un giorno, Rao B e C entro cinque. E la consigliera Coppola attacca: «una colonscopia prenotata oggi? Si farà nel 2026»

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Sui Rao non si può più sgarrare. Se il medico prescrive una visita o un esame in tempi rapidi l'Azienda sanitaria deve soddisfare la richiesta. E se il Cup non ha posti per appuntamenti nei tempi previsti, saranno le segreterie dei singoli reparti a dover forzare le liste inserendo i nominativi.

Per i pazienti, almeno nel breve termine, è una buona notizia. Diversa è la posizione di chi è chiamato a far fronte a un surplus di lavoro che al momento non è nemmeno quantificabile.

La questione è stata portata alla luce dal consigliere provinciale Paolo Zanella che è entrato in possesso di una lettera invitata proprio ieri dal Servizio Specialistica ambulatoriale dell'Azienda sanitaria alle diverse unità operative (anche ai privati accreditati) sulla gestione delle richieste con priorità Rao.

Lettera nella quale viene chiesto ai medici che lavorano nei diversi reparti di farsi carico delle prestazioni con Rao prioritario che non trovano collocazione negli spazi messi a disposizione del Cup per le diverse specialità e questo senza possibilità per gli specialisti di modificare la priorità al fine di posticipare la data di assegnazione dell'appuntamento.

«Rimane sempre possibile il confronto diretto tra lo specialista e il prescrittore per l'inquadramento della situazione e l'eventuale modifica della priorità inizialmente assegnata», si legge nella lettera.

Stando alle nuove disposizioni le richieste con priorità Rao A inviate dall'Ufficio Cup manager del servizio specialistica ambulatoriale ai reparti o poliambulatori dovranno ottenere una risposta entro la giornata lavorativa successa.

Quelle con priorità RAO B e C entro 5 giorni.

Se i tempi previsti dai Rao saranno rispettati non ci sarà nessun problema, se invece così non dovesse essere, l'ufficio Cup Manager "procederà ad informare con comunicazione scritta le Direzioni di riferimento affinché possano implementare gli interventi correttivi necessari".

«Chiedere alle segreterie delle unità operative di forzare le liste di attesa e infilarci visite in più - una volta che le liste sono già saturate - significa chiedere ai medici già oberati di inserire altre visite prima e dopo il turno, tra una visita in DH e una consulenza, tra un intervento chirurgico e una visita in reparto, con ripercussioni sulla qualità delle visite e del lavoro complessivo, ma anche sulla qualità di vita degli operatori sanitari», tuona Zanella che attacca Tonina dicendo che «dopo la boutade di Tonina di far lavorare i medici anche il sabato e la domenica - forse non sa che quelli ospedalieri già lavorano il weekend e che i contratti degli specialisti ambulatoriali non permettono di farlo - adesso si chiede un ulteriore sforzo per fare più visite a personale che già sta fuggendo dagli ospedali perché sovraccarico di lavoro».

Il consigliere Pd evidenzia che «si aumentano ancora i carichi e gli straordinari senza nessun passaggio dal sindacato e soprattutto senza pensare di lavorare sulla regolazione della domanda in termini di appropriatezza a monte, attraverso più formazioni e confronti tra specialisti e Medici di medicina generale, senza leve per attrarre il personale (questa è anzi una misura che lo farà scappare) e quindi senza un adeguamento potenziamento degli organici". Il rischio - evidenzia il consigliere che aumentando il lavoro a iso-risorse ci sia un ulteriore fuga di personale con conseguente allungamento delle liste d'attesa e conseguente utilizzo del privato per avere risposte in tempi accettabili.

Nel 2023 le prenotazioni con Rao A (entro 3 giorni) erano state 16.689, in media poco più di 45 al giorno. A queste si aggiungono 83.146 prenotazioni in Rao B (entro 10 giorni, 227 in media al giorno) e 87.369 in Rao C (entro 30 giorni, 239 n media al giorno). Le richieste non sempre vengono rispettate nei tempi previsti. Per il Rao A, ad esempio, nel 2023 il 90% delle prestazioni era erogata entro 6 giorni (quindi non in 3), per il Rao B il tempo di attesa 90° percentile era stato di 27 giorni e per il Rao C di 65.

Ora non resta da vedere come i medici (e soprattutto i sindacati) risponderanno a questa richiesta. 

Ma la realtà dei fatti è ben drammatica, con tempi d'attesa eccessivi. Il caso sollevato dalla consigliera provinciale Lucia Coppola è emblematico. Appuntamento per un colonscopia di controllo, prenotata adesso, ma eseguibile solo nel 2026. «Da ormai molti, troppi anni, è in atto un' emergenza che riguarda la difficoltà nella prenotazione di visite specialistiche ed esami diagnostici a causa di eterne liste di attesa. Una situazione annosa dunque, che persiste, si aggrava, a dimostrazione che si è fatto poco o nulla per ovviare a questo problema», scrive la consigliera .« Il paziente, per quanto oramai debba armarsi di pazienza, ha diritto alla cura in tempi consoni e non deve essere messo nelle condizioni di ricorrere ad una struttura privata a pagamento, quando può permetterselo, o addirittura scegliere di farsi curare fuori provincia.

Un'altra criticità è che sovente le persone che chiedono una visita o un esame diagnostico vengono dirottati in ospedali periferici, sobbarcandosi costi di trasferimento, con difficoltà a spostarsi in un ospedale lontano da casa soprattutto se sono anziane, sole o sofferenti».

La consigliera spiega di essere stata contatta contattata da una persona che ha provato a prenotare una colonscopia di controllo a due anni dalla precedente, come richiesto dallo specialista ospedaliero. La persona in questione si è presa per tempo con la richiesta, ma purtroppo nessuna possibilità di prenotazione. Sarebbe stata contattata quando ci fosse stato un posto libero. Sono passati alcuni mesi e finalmente arriva la telefonata: l'appuntamento è stato fissato per i primi mesi del 2026.

«Ora i due anni per il controllo prescritto diventeranno tre e mezzo e si spera che in questo lasso di tempo la situazione sanitaria di questa persona non peggiori. Visti i tempi di attesa farà l'esame a pagamento. Ma chi non può permetterselo? Sono tempi di attesa accettabili? La Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, quindi il cittadino ha il diritto di curarsi accedendo alle visite in tempi ragionevoli», conclude la consigliera.

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