Natura / Il caso

Le foreste trentine dopo la tempesta Vaia, la pioggia frena ancora la diffusione del dannoso insetto bostrico

Provvisorio sospiro di sollievo per la filiera del bosco: temperature più fredde e pioggia intensa e ripetuta riducono la riproduzione del coleottero che attacca le piante. Il piano di azione della Provincia prevede l'individuazione precoce degli alberi infestati. Vecchi contratti per il taglio di alberi: allarme delle imprese

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AMBIENTE 
Quattro anni fa la grande paura e le devastazioni

di Domenico Sartori

TRENTO. Benedetta, acqua. Che semina morte e sconvolge pezzi di Belpaese, come in Emilia-Romagna. Ma che fa tirare un (provvisorio) sospiro di sollievo agli uomini della filiera del bosco trentino.

Temperature più fredde e pioggia intensa, ripetuta, vuol dire meno bostrico. Lo segnala la Provincia, dando conto dei risultati dei primi monitoraggi stagionali e spiegandolo che sono in corso delle sperimentazioni per il suo contenimento.

Più dannoso del ciclone Vaia. L'incidenza dannosa dell'insetto "tipografo" sta in un paio di cifre. Che rivelano che il bostrico ha fatto più danni del ciclone Vaia di fine ottobre 2018.

«Le assegnazioni di materiale legnoso attaccato dal bostrico dal 1 gennaio 2020 ad oggi» segnala la Provincia «hanno raggiunto quota 1,26 milioni di metri cubi, mentre quelle legate a schianti da neve o da vento (principalmente causati da Vaia), sono state pari a circa un milione di metri cubi». Insetto devastante, senza dubbio. E l'intera filiera del legno, dai boscaioli alle segherie, è in forte apprensione. Il problema, per gli operatori del settore, è la prevedibile mancanza di materia prima, quando tra qualche anno l'emergenza bostrico rientrerà. E ad accrescerla è il problema del rapporto con i Comuni, che hanno chiuso i contratti stipulati a suo tempo con le aziende per il taglio del bosco.

Monitoraggi confortanti. Ad ogni modo, è un piccolo segnale di luce l'inversione di tendenza registrata dal servizio foreste e dall'ufficio fitosanitario della Provincia sulla presenza del coleottero, passata da una fase endemica a quelle epidemica in seguito alla tempesta Vaia. «I danni da bostrico hanno cominciato a manifestarsi in maniera significativa a partire dal 2020, e sono andati progressivamente aumentando spiegano in Provincia».

Per il monitoraggio, da inizio aprile sul territorio sono state reinstallate 221 trappole a feronomi. Ed ecco i primi riscontri: «A causa dell'andamento meteorologico, le catture medie in provincia a fine maggio sono pari a 3.755 individui per ogni trappola, a fronte delle 8.945 unità registrate alla stessa data nel 2022». Una riduzione del 58%. Risulta che in tutti di distretti forestali le catture sono, per ora, inferiori a quelle del 2022, tranne nella zona di Trento che, per la Provincia, «risente tuttavia di qualche situazione critica, ma di una buona situazione generale».

Secondo i tecnici e i ricercatori, è molto probabile che l'accorciamento del periodo utile per lo sviluppo del bostrico comporti una diminuzione del numero di generazioni in grado di svilupparsi nel 2023. E, quindi, dopo lo stress di Vaia, potrebbe esserci una contrazione del carico di insetti che attaccano le foreste trentine, di abete rosso in particolare. Però, meglio essere prudenti: «È comunque necessario attendere a breve la conclusione del volo della generazione svernante, prima di effettuare previsioni attendibili».

Il piano di azione della Provincia prevede l'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco, ritenuti la forma più efficace di contrasto al bostrico. Se invece le chiome sono già arrossate o grigie, conviene in determinati casi lasciare le piante in bosco per proteggere quelle sane delle aree circostanti. Sono inoltre in corso attività di prevenzione degli attacchi e prove sperimentali di contenimento. In concreto, di cosa si tratta?

«Per la prevenzione» risponde Raffaele De Col «dirigente del dipartimento protezione civile, foreste e fauna «utilizziamo un modello matematico fenologico, elaborato dall'Università di Vienna, che incrocia temperature e numeri di insetti nelle trappole, per individuare le zone da tagliare ed evitare l'espansione del bostrico. Le sperimentazione, invece, riguardano test di intervento sugli insetti predisposti da alcune start-up. Ma è prematuro entrare nei dettagli».

Allarme per i contratti con i Comuni. Nei giorni scorsi, presso Assoartigiani, gli operatori del settore hanno sollecitato l'assessora alle foreste, Giulia Zanotelli, ad intervenire sui Comuni. Qual è il problema? «Vi sono casi di Comuni» segnala Matteo Daprà, referente del settore «che prima di Vaia avevano programmato il taglio del bosco, firmando i contratti con le aziende dei boscaioli che aveva pagato una caparra. Con Vaia si è però bloccato tutto. Ora, però, molti Comuni non vogliono rinnovare le concessione per il taglio, arrivando ad annullare i contratti e a tenersi la cauzione».

Da un lato, la Provincia vuole evitare tagli di materiale fresco nelle aree colpite da bostrico. Dall'altra, c'è l'esigenza delle imprese di avere anche materiale fresco.

«Ci sarà, a breve, un confronto con il Consorzio dei comuni» dice Daprà «si tratta di avere regole uniformi e non situazioni a macchia di leopardo»...

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