Giustizia / La sentenza

Rimborsi ai consiglieri, cadono la truffa e il falso: assolti Mellarini e Viola

I politici hanno sempre sostenuto che non c'è stato dolo nella loro condotta. Bezzi ha patteggiato quattro mesi. "Sì, anche per non andare avanti con il procedimento che dura da cinque anni. Sono comunque soddisfatto perché è stata riconosciuta la buona fede e dunque che non c'è stata truffa"

di Marica Viganò

TRENTO. Hanno sempre sostenuto che non c'è stato dolo nella loro condotta. L'ex assessore provinciale Tiziano Mellarini e gli ex consiglieri provinciali Walter Viola e Giacomo Bezzi erano accusati di falso e truffa aggravata in merito ai rimborsi per le spese sostenute per gli spostamenti dalle loro abitazioni ai palazzi della politica nel capoluogo, in danno del Consiglio provinciale e del Consiglio regionale. L'accusa è stata riqualificata in indebita percezione e ieri pomeriggio per Mellarini e Viola è arrivata l'assoluzione, mentre Bezzi ha patteggiato quattro mesi.

La sentenza è stata accolta con soddisfazione. All'ex assessore Mellarini, assistito dagli avvocati Luca Pontalti (in aula era presente l'avvocato Alessandro Meregalli) e Germano Berteotti, è stata contestata una cifra pari a 1.507 euro per complessivi 41 episodi. Gli avvocati hanno chiesto il rito abbreviato. Ieri il gup Marco Giua ha assolto l'imputato perché il fatto non è previsto come reato dall'articolo 316 ter (indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato).

«Da parte dei difensori c'è viva soddisfazione per il positivo esito della vicenda giudiziaria - spiega l'avvocato Meregalli - Anche se non si è mai avuto dubbio che potesse finire in modo diverso se non con l'assoluzione. L'assessore Mellarini ha sempre tenuto una condotta irreprensibile e mai temuto di poter incorrere in qualsiasi tipo di censura». L'accusa - mossa dalle Fiamme gialle, che attraverso i telefoni effettuarono geolocalizzazioni per verificare gli spostamenti reali dei politici - riguarda la non corrispondenza fra le distanze percorse ed i luoghi in cui si trovavano gli imputati.

«Per fugare qualsiasi dubbio sulla propria etica e moralità, l'assessore Mellarini ha restituito subito la somma. Se una discrepanza c'è stata, è solo per eventuali errori», precisa l'avvocato.L'ex consigliere provinciale Walter Viola, assistito dagli avvocati Roberto Bertuol ed Ettore Bertò, è stato prosciolto: era accusato di aver percepito indebitamente 4.391 euro relativi a poco più di 200 episodi.

«La sentenza è stata di non luogo a procedere - commenta Viola - Confidavo nella giustizia e il tempo mi ha dato ragione. Sono contento, ma è anche vero che non ho mai dubitato dell'esito del procedimento. A distanza di anni, ciò in cui confidavo si è avverato».All'ex consigliere provinciale Giacomo Bezzi, difeso dall'avvocato Angelo Zamagni, era stata contestata la cifra più alta, 6.493 euro per circa 150 episodi. «Eravamo presenti in aula, in commissione - spiega Bezzi - Il problema è il regolamento: se si rientra a casa dopo le 24 scatta il giorno successivo e formalmente la richiesta di rimborso vale per una stessa giornata. Eravamo comunque tranquilli perché non c'è stata truffa, non c'è stata malafede, non sono stati chiesti rimborsi che non spettavano».

Bezzi ha patteggiato quattro mesi. «Sì, anche per non andare avanti con il procedimento che dura da cinque anni. Sono comunque soddisfatto perché è stata riconosciuta la buona fede e dunque che non c'è stata truffa. Questo per me contava: dal punto di vista politico sono moralmente a posto».

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