Giustizia / Il caso

Ecco perché Chico Forti non è ancora rientrato in Italia: un cavillo burocratico blocca tutto

A scriverlo su Repubblica, l’ex senatore dei Verdi Luigi Manconi. Sono trascorsi 863 giorni da quando l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva annunciato che il trentino sarebbe rientrato presto nel suo Paese

LA STORIA Vent'anni di battaglie dopo quella condanna: "Sono innocente"
IL PUNTO Chico Forti in Italia, ma quando?
IL RACCONTO Come passa le sue giornate nel "nuovo" carcere

 

TRENTO. Il 23 dicembre del 2020 il ministro degli Esteri dell’epoca, Luigi Di Maio, comunicava: “Chico Forti tornerà in Italia”. Da allora sono trascorsi 863 giorni, più di 20.648 ore. Da allora non è successo nulla. Lo ricorda oggi su Repubblica Luigi Manconi, ex senatore dei Verdi, da sempre impegnato sulle condizioni dei detenuti italiani. A quanto pare, un cavillo impedisce il suo rientro in patria.
 

La pena inflitta dal Tribunale statunitense è quella dell’ergastolo senza condizionale, misura non contemplata dai nostri codici. Qualora venisse trasferito in Italia, quindi, Forti non potrebbe scontare la pena comminatagli, in quanto abilitato a usufruire della libertà condizionale e di altri benefici.

Da qui, la necessità di adeguare quella sanzione al sistema penitenziario italiano. Il che esige una complicata mediazione con le autorità giudiziarie della Florida e un compromesso che possa soddisfare queste ultime.

Tutto è nella mani del governatore DeSantis, probabile candidato alle prossime presidenziali per il Partito repubblicano, che sembra preoccupato per le possibili reazioni ostili dell’opinione pubblica americana. Giorgia Meloni sta seguendo l’evoluzione della situazione.

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