Salute / Il tema

«Pubblico e convenzionato, per le attività sanitarie stessi costi e protocolli»

Parla Francesco Cariello di Villa Regina, presidente di Aiop Trentina, associazione che raggruppa le case di cura private del Trentino: in provincia i nostri posti letto rappresentano solo il 16%, a livello nazionale media del 30%

di Patrizia Todesco

TRENTO. Il privato accreditato non ci sta a passare per quello che guadagna sulla salute dei pazienti. Anzi. Ci tiene a sottolineare che, alla luce del fatto che le tariffe sono ferme da 12 anni, soprattutto in alcuni settori lavora in perdita per poi - ovviamente - guadagnare su altre prestazioni.

Francesco Cariello di Villa Regina, è presidente di Aiop Trentina, Associazione Italiana Ospedalità Privata - sezione della provincia di Trento - che raggruppa le case di cura private alla Provincia.

«Quello che voglio dire prima di tutto è che non esiste una differenza tra pubblico e privato convenzionato perché il privato si deve comportare esattamente come il pubblico gli impone. Per qualunque attività noi dobbiamo usare i protocolli che stila il pubblico, dobbiamo costruire le strutture come il pubblico le vuole e il pubblico chiede a noi requisiti ancora più stringenti. Il rinnovo delle convenzione si basa ogni anno proprio sul rispetto di tutte le prescrizioni e inoltre ci chiedono di essere più performanti, altrimenti se non fosse economico delegare a noi farebbero tutto “in casa”. Accade un po’ come gli alberghi che “appaltano” le pulizie ad una ditta esterna. Lo fanno perchè ritengono facciano meglio il lavoro e in modo più economico. C’è poi da dire che in Trentino ci dobbiamo confrontare con la migliore sanità italiana e quindi possiamo che avere alti standard qualitativi».

La sanità sta vivendo un momento difficile. Le persone hanno difficoltà ad accedere ai servizi in tempi accettabili. Per quali aspetti ritenete che il vostro contributo sia importante per rispondere al bisogno di salute della popolazione?

Noi diamo il nostro contributo con la qualità del servizio che offriamo e con la disponibilità a recuperare le liste d’attesa, lavorando anche sabato e domenica. In più molto spesso ci troviamo a fare prestazione più costose rispetto ai rimborsi. Faccio un esempio. Per una prima visita la tariffa che ci viene rimborsata è di 20 euro. Per una seconda visita di 16 euro. Sono cifre molto basse. Sapete quanto viene pagato un medico? Non meno di 100-150 euro all’ora. Ma non solo. Faccio l’esempio del Regina che conosco bene. Qui dovrebbero trasferire solo pazienti alla fine della fase acuta e invece ci portano malati che ancora non l’hanno superata perché negli ospedali hanno bisogno di liberare posti letto. Quindi dimettono precocemente e per questo ci siamo dovuti organizzare con un reparto di geriatria dove perdiamo montagne di soldi. Quello che ci caratterizza è il senso del dovere e quindi anche se ci rimettiamo non possiamo mandare malati indietro.

É difficile però credere che lavoriate in perdita.

Infatti non è così. Noi compensiamo con dei reparti che sono “profittevoli”, cioè che ci fanno guadagnare. Se per le visite siamo in perdita, nel caso di interventi in regime convenzionato invece ci guadagniamo.

I budget destinati alle strutture private nel periodo post Covid sono però aumentati.

Sono aumentati di circa il 15%, passando da 20 a 23 milioni, ma sono andato a vedere i conti e nessuna struttura Aiop e ha usufruito. Solatrix, che ha dato prestazioni in più, ha compensato con una diminuzione delle degenza.

Oggi il costo dei libero professionisti è notevolmente aumentato. Si arriva a pagare anche 1.200 euro a giornata di lavoro. Anche voi avete problemi a reperire il personale?

Sicuramente i costi sono aumentati e tutti devono adeguarsi al mercato. Posso dire che nelle strutture private c’è personale molto qualificato. Quando ad esempio operano medici che sono andati in pensione dal pubblico hanno un’esperienza incredibile alle spalle. Spesso lavorano nel privato non per una questione economica ma per la flessibilità, per soddisfazione, per il riconoscimento del lavoro che fanno.

Prima parlava che in Trentino le tariffe sono ferme da 12 anni. Altrove le cose sono diverse?

Facciamo un esempio delle tariffe per i lungodegenti. In Trentino la tariffa giornaliera è di 157 euro indipendentemente dalla condizione del malato, in Lombardia è di 195. A Bolzano è di 220 euro. Ci avevano promesso che ci sarebbe stato un interessamento per aggiornare le tariffe ma al momento non c’è stato alcun intervento. Eppure il nostro ruolo è fondamentale. Sarebbe importante anche poter partecipare alla fase di programmazione

Molti però temono un’eccessiva privatizzazione della sanità.

Noi in Trentino in termini di posti letto “privati” siamo al 16% mentre a livello nazionale è stato raggiunto il 30%. Quindi qui la percentuale del privato accreditato è molta più bassa. Inoltre noi siamo tutti a disposizione a collaborare e ad adeguarci alla programmazione sanitaria che viene decisa in assessorato come anche ci mettiamo a disposizione dei cittadini. Chi conosce le nostre strutture sa che offriamo sempre servizi di prim’ordine e ambienti confortevoli. Io dico che fare bello costa uguale che fare brutto, tanto vale fare bello.

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