Psicologia / Il lutto

Addio a Giuseppe Disnan, il dolore dell’ordine degli psicologi di Trento: “Grazie di tutto”

Fu uno dei primissimi psicologi italiani assunti nel servizio pubblico nel lontano 1975. Roberta Bomassar: “La sua ultima pubblicazione "Giocando con i libri" è un vero e proprio lascito, un'eredità di cui gli siamo grati. Pensando alla sua passione per il calcio possiamo dire che in zona Cesarini ci ha fatto un dono immenso. Grazie Giuseppe”

TRENTO. Lutto nel mondo della psicologia e della cultura trentina. È morto lo psicologo Giuseppe Disnan. L'ultima presentazione a Pergine Valsugana ľ'ha fatta sabato 18 marzo e lui ci ha lasciati 4 giorni dopo. Roberta Bomassar, presidente dell’ordine, lo ricorda in questo modo. 

"Beppi, per gli amici – si legge nel comunicato – è stato assieme alla moglie e collega Maria Rita Colucci, uno dei primissimi psicologi italiani assunti nel servizio pubblico nel lontano 1975. Proveniente da Udine è arrivato a Trento per lavorare nel Centro di Medicina Sociale che allora rappresentava per la nostra provincia un vero e proprio laboratorio di esperienze ed elaborazioni assolutamente all'avanguardia: già allora, più di 45 anni fa, operavano équipes di psicologi, europsichiatri, logopedisti e fisioterapisti guidati da un'idea di cura integrata e autenticamente interprofessionale”.

“Ciò che caratterizzava questi professionisti - oltre a un autentico slancio immaginativo e creativo - era un'intensa attività di confronto e di formazione continua confronti di altissima levatura, con il meglio della psicoanalisi francese, con l'Infant Research, per fare qualche esempio. Giuseppe Disnan, e Fava Vizziello e M. Rita Colucci, hanno condensato le pratiche e le riflessioni che andavano facendo in numerose pubblicazioni, ancora oggi fresche ed attuali. All'attività clinica che Giuseppe ha sempre esercitato nel comprensorio della Bassa Valsugana, si sono aggiunte via via collaborazioni con diversi atenei, in particolare con l'Università di Psicologia di Padova, e un'incessante attività formativa. Ma in questo momento il pensiero va soprattutto alle caratteristiche umane e intellettuali di Giuseppe”.

”Acuto, graffiante, ironico ha creduto autenticamente  nella funzione terapeutica e culturale della psicologia mantenendo quel sano disincanto che libera questa professione dalla noia dell’autocelebrazione: gli psicologi sono persone che si arrabattano cercando di fare il meglio e a volte non ci riescono”.

“Come uomo era un entusiasta, amava la vita e tutto ciò che questa riserva. Le sue passioni erano vere passioni. Si doveva stargli alla larga quando giocava l'Udinese. Con la sua prima Guzzi ha portato Rita su e giù per l'italia. Lettore vorace e onnivoro, considerava i libri alla stregua dell'acqua: indispensabili alla vita... e al suo congedo. La sua ultima pubblicazione "Giocando con i libri" è un vero e proprio lascito, un'eredità di cui gli siamo grati. Pensando alla sua passione per il calcio possiamo dire che in zona Cesarini ci ha fatto un dono immenso. Grazie Giuseppe”.

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