Sanità / Il caso

La denuncia: «Per le emergenze di notte un solo medico operativo, così non si va avanti»

Il consigliere di Onda Filippo Degasperi punta il dito contro l’organizzazione e l’uso dell’elisoccorso anche per i casi meno gravi. Portata all’attenzione l’impossibilità di inviare subito il rianimatore su due eventi mortali a Cis e nel Roveretano

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TRENTO. Una organizzazione che negli anni ha concentrato le risorse soprattutto sul servizio di elisoccorso e la carenza di medici e infermieri sono i fattori che hanno portato ad avere sempre meno professionisti dell'emergenza sul territorio.

Una questione della quale si discute da anni ma che ora, alla luce di due recenti soccorsi a Cis e nel roveretano, è tornata ad essere posta all'attenzione. A farlo è stato il consigliere Filippo Degasperi che denuncia il fatto che in Trentino, durante la notte, «per le emergenze e urgenze, è in servizio un unico medico dislocato presso l'eliporto di Mattarello (un altro è in Centrale del 118 a coordinare gli eventi ma non è disponibile all'uscita) mentre durante il giorno sono presenti due rianimatori presso il nucleo elicotteri ed un altro medico presso la Centrale del 118, deputato alle sole uscite sul territorio cittadino».

Sufficienti se si abita in periferia? Se il tempo non permette il decollo dell'elicottero o se questo è occupato su altre emergenze? «Per tutto il resto del territorio - scrive Degasperi - la risposta arriva dalle autosanitarie a bordo delle quali sono presenti solo infermieri professionali a cui sono precluse diagnosi e che possono effettuare solo terapie antalgiche su indicazioni telefoniche del medico di centrale. A livello di confronto basti ricordare che in Alto Adige sono operative 8 automediche utilizzate anche per i trasporti secondari che spesso in Trentino sono invece effettuati dagli elicotteri, distogliendo gli apparecchi e l'equipe sanitaria dalla loro funzione principale».

Là dove non è possibile inviare l'autosanitaria entrano poi in gioco i volontari. Degasperi pone l'attenzione anche su come viene utilizzato l'elicottero. «Sembra che l'elicottero si usi pure per trasferire pazienti senza problemi particolari tra gli ospedali di Trento e Rovereto quando, cronometro alla mano (servono 4 minuti solo per le verifiche ante decollo di giorno e 7 minuti durante la notte più i tempi di volo e i trasferimenti dalle piazzole all'interno dei Ps), i mezzi su gomma sarebbero meno costosi, forse più veloci ed eviterebbero di sguarnire il Trentino della copertura dell'equipe sanitaria dedicata all'Emergenza.

L'elisoccorso spesso interviene per interventi in cui non vi è assolutamente la necessità del rianimatore ma solo per mancanza di personale qualificato sul territorio». Il consigliere di Onda, nella sua interrogazione, pone l'attenzione su un intervento effettuato a Cis, concluso con il decesso di un giovane colpito da malore. In questo caso il personale del 118 ha messo in campo tutte le risorse presenti sul territorio, seguendo perfettamente i protocolli.

Il problema è a monte: sono quelle risorse sufficienti e ben distribuite? «Senza voler nemmeno immaginare che in quel caso una risposta adeguata del sistema dell'emergenza avrebbe potuto portare ad esiti diversi, non si può tacere che al momento della chiamata l'elisoccorso non era disponibile. L'equipe sanitaria era infatti impegnata in una Rsa cittadina. Anche l'ambulanza con l'infermiere di Cles era occupata in Rsa. Risultato?»

«Per rispondere all'emergenza di Cis è partita un'ambulanza con 2 tecnici da Malé, seguita da altra ambulanza con infermiere da Pellizzano scoprendo tutte la valli del Noce. A Cis l'elicottero è arrivato 45-50 minuti dopo la chiamata.Purtroppo una situazione analoga si era verificata nel roveretano giusto qualche giorno dopo: lì la risposta alla chiamata di emergenza è arrivata da un'ambulanza con i soli volontari. E anche lì il medico rianimatore sarebbe arrivato 45 minuti dopo la richiesta», denuncia Degasperi.

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