Il caso / La ricorrenza

Sara Pedri, due anni di dolore e preghiere dal giorno della scomparsa della giovane ginecologa

Oggi, sabato 4 marzo, a Cles e Forlì due momenti in suo ricordo. La famiglia: «Siamo connessi a voi con il cuore e con il pensiero. Ringraziamo tutti per l’attenzione, la partecipazione e l’affetto dimostrato». L’Adige, in un podcast originale, ricostruisce le tappe della vicenda dal quel 4 marzo 2021

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TRENTO. Sara manca da due anni. L'assenza della sua voce, delle parole gentili e dei gesti cortesi non significa tuttavia che non sia presente: Sara Pedri rimane nel cuore delle persone che le erano vicine e con le quali ha percorso un pezzo di strada, ma anche di coloro che l'hanno conosciuta attraverso il racconto e le lacrime della sua famiglia.

Era il 4 marzo 2021 quando la giovane ginecologa di Forlì scomparve nel nulla. Quella mattina, all'alba, aveva spento il cellulare dopo aver fatto alcune ricerche nella "rete": Mostizzolo, ponte. E la sua auto, una Volkswagen T-Roc, venne trovato proprio in quella zona, tristemente conosciuta per il "salto" nel vuoto nel lago di Santa Giustina.

Quelle acque, perlustrate con attenzione dai vigili del fuoco volontari della zona e da squadre speciali con cani addestrati provenienti anche dalla Germania (cinque esemplari da ricerca cadaveri in acqua erano arrivati nell'ottobre scorso da Monaco) non hanno restituito ancora nulla di Sara, neppure un brandello di vestito. Eppure le ricerche non si sono mai fermate, neppure con il maltempo. Che fine ha fatto la dottoressa forlivese che dopo la specializzazione a Catanzaro superò la selezione per entrare nell'Azienda sanitaria provinciale trentina e arrivò piena di entusiasmo e di speranze al Santa Chiara? Cosa ci ha insegnato la storia di Sara Pedri?

Oggi, sabato 4 marzo, nel secondo anniversario della scomparsa, la sala "Borghesi Bertolla" di Cles ospiterà l'appuntamento "Ricordando Sara, un incontro di parole, canti e preghiera", a partire dalle 17. Parteciperà il coro "Santa Maria dell'Assunta" di Tassullo. «Anche se noi non potremmo partecipare, saremmo connessi a voi con il cuore e il pensiero ringraziando tutti per l'attenzione, la partecipazione e l'affetto dimostrato» è il messaggio della famiglia di Sara, che ha organizzato sempre nel pomeriggio un momento di ricordo presso il "Giardino di Sara" al parco urbano di Forlì, dalle 15.30 alle 17.30.

All'incontro sarà presente l'Associazione Penelope Italia Odv con l'avvocato Nicodemo Gentile. La pittrice e poetessa Maria Antonietta Bertaccini proporrà la lettura di poesie dedicate a Sara, ma tutti sono invitati a contribuire al ricordo lasciando un biglietto, portando un fiore, ma anche solo con un sorriso. «Per chi non potesse raggiungerci e partecipare basterà sempre un pensiero, un cuore e un abbraccio a distanza» sottolinea Emanuela, sorella di Sara. Seguirà alle 18 la celebrazione della messa.

Sara Pedri aveva 31 anni quando è scomparsa. La sua carriera era appena iniziata, aveva davanti a sé una nuova vita sia lavorativa che personale. Destinata all'ospedale di Cles, dove era arrivata a metà novembre 2020 e dove aveva preso in affitto un appartamento, a causa della riorganizzazione dovuta all'emergenza Covid era stata subito spostata nel reparto di ginecologia del Santa Chiara di Trento. In poche settimane il suo sorriso si spense.

Sara Pedri iniziò a perdere peso ed entusiasmo. «Sono un morto che cammina» aveva scritto in uno degli ultimi messaggi alla famiglia. C'era malessere in corsia e Sara, sensibilissima, avvertiva un profondo disagio. Stava male in silenzio. La sofferenza si era poi manifestata nel deperimento fisico e psicologico. Aveva dato le dimissioni poco prima di scomparire nel nulla.

Il mese scorso la procura di Trento ha chiuso le indagini a carico dell'ex primario del reparto di ginecologia del Santa Chiara Saverio Tateo e della dottoressa Liliana Mereu. Sono entrambi accusati di maltrattamenti. Fra le 21 parti offese - medici, ostetriche e infermieri che lavorano o hanno lavorato nel reparto di ginecologia - c'è anche Sara Pedri, rappresentata dalla famiglia.

La procura contesta al dottor Tateo e alla dottoressa Mereu una condotta vessatoria nei confronti dei colleghi e dei collaboratori. Accuse che sono sempre state respinta dai due medici. L'ex primario, che ha fatto ricorso al giudice del lavoro per il licenziamento, in un'intervista aveva detto: «Mi hanno descritto come un mostro che non sono».

In occasione del secondo anniversario della scomparsa, l'Adige ricostruisce le tappe della vicenda in un podcast («Questa volta non ce la farò»: la storia sospesa di Sara Pedri), raccontando chi era Sara, quali erano i suoi sogni da bambina, sogni che Sara pensava di poter realizzare in pieno in Trentino, quando vinse il concorso per un posto di ginecologa all’ospedale di Cles.

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