Qualità dell’acqua e Pfas, la Provincia: «monitoraggi costanti e nessuna criticità in Trentino»
In un comunicato stampa la Pat sottolinea che ogni specie di Pfas ha propri limiti di concentrazione e non può essere aggregata alle altre per fornire un quadro complessivo. Valle del Chiese e Rovereto sono territori sottoposti a verifica e Appa garantisce trasparenza sui dati
LA MAPPA Le contaminazioni da Pfas nelle acque
TRENTO. Sul tema della qualità delle acque e in particolare sulla presenza dei composti Pfas la Provincia Autonoma di Trento ha diffuso un comunicato stampa dichiarando che, attraverso l’Appa (Agenzia provinciale per l’ambiente) «il monitoraggio è costante ed attento».
«Bisogna fare attenzione a non mescolare i dati: si rischia di fare confusione e creare solo allarmismo - ha fatto sapere la Pat, in riferimento all’inchiesta di Le Monde - Appa è da tempo al lavoro nell’ambito del monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee. I Settori Qualità Ambientale e Laboratorio di Appa dal 2018 ad oggi hanno raccolto ed analizzato 12 molecole diverse di questi composti su circa 1.600 campioni ufficiali, con risultati trasmessi annualmente nei confronti di ISPRA e delle istituzioni europee. Molti dei risultati esposti dall’inchiesta di Le Monde, derivano proprio da questo flusso dati ufficiale».
«Va fatta chiarezza sulle modalità di esposizione dei dati, sui livelli di contaminazione e sulle valutazioni di criticità che riguardano il territorio provinciale - ha specificato - ogni specie di Pfas ha propri limiti di concentrazione e non possono essere aggregati per fornire un quadro generale complessivo. Dei Pfas la molecola più preoccupante è il Pfos, rientrante nelle sostanze più pericolose da ridurre prioritariamente secondo le indicazioni date dall’Europa agli Stati membri. Mentre Pfoa e altre molecole della stessa famiglia - in ogni caso anche queste attentamente monitorate - hanno limiti molto superiori, di tre o quattro ordini di grandezza rispetto al Pfos. Di qui dunque la prima indicazione di non confondere tra loro le molecole afferenti alla famiglia dei PFAS, non vanno sommati fra di loro perché hanno effetti diversi e sono soggetti a limiti di legge specifici per ciascuna tipologia».
«Ci sono poi alcune situazioni territoriali che necessitano di maggior attenzione e che Appa sta seguendo in modo approfondito. Per la zona del Basso Chiese anche attraverso un contributo dell’Università di Trento si sta approfondendo la tematica e - in attesa degli esiti degli studi - con la collaborazione degli Enti locali interessati e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari sono attentamente verificate tutte le situazioni di utilizzo delle acque interessate per prevenire qualsiasi potenziale impatto sulla salute dei cittadini».
«Anche per quanto riguarda le acque di falda del territorio del Comune di Rovereto sono in corso le fasi autorizzatorie volte a definire i potenziali rischi e conseguentemente gli interventi di bonifica e ripristino delle aree fonte dell’inquinamento, sempre garantendo in queste fasi preliminari la massima attenzione e controllo sulle forme di utilizzazione in atto».
«In termini generali va però precisato che a livello di contesto territoriale complessivo non si riscontrano situazioni di criticità o che presentino elementi tali da generare preoccupazione. Il discorso vale anche per il Chiese, che non risulta in una situazione tale da destare allarme per la salute dei cittadini, anche se la condotta dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari rimane rigidamente ancorata al principio di precauzione che impone una sorveglianza continua e approfondita» ha evidenziato la Provincia.
«Infine, si precisa che la trasparenza è pienamente garantita. Sono a disposizione del pubblico sul sito internet dedicato e comunque liberamente accessibili da chiunque vi abbia interesse tutti i dati dell’attività di APPA come ad esempio il Piano di Tutela delle Acque recentemente approvato (2022), e in ogni caso l’attuale rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee (quasi 200 punti per il sessennio 2020-2025) è studiata e già utilizzata per valutare la qualità ambientale in generale e per intercettare i segnali delle eventuali criticità riguardanti le sostanze pericolose prioritarie segnalate dall’Europa» ha concluso.
APPA resta sempre a disposizione delle Istituzioni e della cittadinanza per fornire e illustrare i dati ambientali e le informazioni che si possono da questi desumere.