Ambiente / I dati

In Trentino lo smog è oltre i limiti da più di una settimana: l’inquinamento arriva dalla pianura

La cappa sopra la città di Trento è la medesima che si è palesata nei giorni scorsi in tutte le valli della provincia. A causarla l’inversione termica e l’altra pressione, fenomeno che mantiene l’aria fredda e gli inquinanti all’altezza del terreno

SICCITÀ Tonina: “Difficile garantire l'acqua alla pianura” 
CLIMA Sulle Alpi il 53% di neve in meno 

ITALIA Smog: 72 città fuorilegge per la salute nel 2022 

di Chiara Zomer

TRENTO. Non si vede più il Bondone, da Trento. E nemmeno il Calisio o la Marzola. Non si vedono perché sono oltre la cappa di smog che ormai da una settimana ammorba l'aria in valle e intristisce i pensieri. La buona notizia è che questa foschia grigia se ne andrà a breve: tra sabato è domenica, più che la pioggia è atteso il vento, che spazzerà via tutto o per lo meno tanto. Le due gocce che è previsto scenderanno, non ripuliranno l'aria ma sono il frutto di un abbassamento della pressione, che a sua volta aiuterà ad eliminare la cappa che ammorba Trento ma anche il resto delle valli trentine.

Giovedì 23 febbraio, per dire, si salvavano solo la centralina di misurazione sul monte Gaza - e per forza, è lassù, oltre le nubi - ed Avio, nonostante il traffico dell’A22, in corrispondenza della quale è installata la centralina che non misura però le Pm10. Una contraddizione? No, perché quest'ondata di smog deriva sì dalle emissioni locali, ma più ancora, dall'arrivo in Trentino di aria dalla pianura. Ed è questo il motivo per cui è Riva del Garda che presenta i valori peggiori: quella è la porta dalla quale arriva qui l'aria della pianura padana. Che sotto la cappa sta da oltre due settimane.

Giovedì è stato il settimo giorno consecutivo di sforamento dei limiti, per quanto riguarda le Pm10. Da due giorni l’aria è, tecnicamente, qualificata come "scadente", con concentrazioni di Pm10 superiori a 50 microgrammi a metro cubo. I primi segnali sono arrivati giovedì, con le centraline di Riva del Garda (52) e Trento (ma solo via Bolzano 55). L’apice si è toccato sabato, quando a Riva si è raggiunto il livello di 108 microgrammi a metro cubo ("pessimo" secondo la qualificazione di Appa), e in tutto il Trentino (escluso il monte Gaza) si è superata la soglia d'allarme.

Da domenica 19 febbraio sembrava che il fenomeno pur lentamente rientrasse: i valori rimanevano fuori dai limiti, ma in continua diminuzione, tanto che due giorni di inquinamento solo moderato almeno la piana Rotaliana li ha vissuti, lunedì e martedì 21 febbraio. Mercoledì 23 febbraio, contrordine: ovunque i valori sono peggiorati: Trento è schizzata a 70 microgrammi, Riva del Garda a 96. «E da quel che ho visto finora, quelli di giovedì pure peggio» anticipa Gabriele Tonidandel, di Appa. Per capirlo è bastato aspettare la giornata di ieri: i dati indicavano la media sulle 24 ore, allo scoccare della mezzanotte gli esperti hanno tirato le somme. Ma ecco, nessuno ha dubbi. Due sono i fenomeni che hanno trasformato il Trentino in un quartiere di Pechino: le emissioni inquinanti in pianura e le condizioni meteo.

Su quelle è il dirigente di Meteotrentino Mauro Gaddo a spiegare cos'è accaduto: «È un fenomeno dovuto all'alta, anzi altissima pressione, legata all'inversione termica. Significa che l'aria fredda resta in basso, assieme agli inquinanti. In questi giorni i dati meteo sono estremamente volubili, ma quel che si prevede è che la situazione cambierà tra stanotte e domani (domenica 26 febbraio). Era prevista qualche goccia di pioggia già ieri, e poi anche lunedì. Non pioverà tanto, ma si verificherà bassa pressione, che fa la differenza. E poi è previsto vento da nord, anche forte, che è quel che ci vuole per rimescolare l'aria e portar via tutto».

Quel che viene da chiedersi, nell'attesa messianica del vento dal nord, è cosa sia accaduto. Semplice: è arrivata l'aria dalla pianura, dove da 20 giorni non vedono il sole: «Lo si capisce guardando i dati di giovedì -spiega Tonidandel - l'aumento delle Pm10 è stato repentino, in 20 minuti si è passati da 20 a superare i limiti, perché c'è stato il contributo del trasporto dell'aria dalla val Padana. E tutto il sistema si è riempito di polveri, in un momento meteorologico di blocco della circolazione. Noi inquiniamo tanto quanto un mese fa, anzi. Quest'anno si andava meglio rispetto a quel che accadeva a gennaio, negli altri anni».

L'inquinamento è arrivato da sud. Passando da Riva del Garda, che in queste settimane non può nemmeno contare sull'Ora, che soffia nella bella stagione. Ecco perché in riva al lago ci sono valori peggiori rispetto al resto del trentino. Perché è inquinamento importato. «Ci sono momenti in cui la vicinanza delle zone si fa sentire - spiegano in Appa - per questo stiamo facendo una serie di iniziative in stretto collegamento con loro». Perché siamo in un unico catino, protetto dalle Alpi, non in un'isola scollegata dal mondo. Insomma, « Respira, sei in Trentino», ma solo se piove anche in pianura.

comments powered by Disqus