Violenza / La denuncia

Il racconto di un’atleta agonista ai genitori: «Il coach mi ha molestata negli spogliatoi»

Sul cinquantenne la Procura di Trento ha aperto un fascicolo per violenza sessuale: chiuse le indagini, ora va a processo. I fatti risalgono a tre anni fa, durante un allenamento

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di Marica Viganò

TRENTO. La ragazza era nello spogliatoio annesso all'area di allenamento. Il coach le si è avvicinato, ma non per discutere della preparazione o degli schemi in vista della partita. Lei ha raccontato di essersi sentita all'improvviso le mani dell'uomo sul corpo, in maniera insistente; lui nega tutto.

La procura di Trento ha aperto un fascicolo per violenza sessuale: chiuse le indagini, va a processo un cinquantenne, allenatore di una squadra femminile, un uomo che per età potrebbe essere il padre della ragazza che ha denunciato quelle sue morbose attenzioni. L'episodio, che ha causato un comprensibile e forte stato di angoscia e di prostrazione nella vittima, atleta agonista, è accaduto tre anni fa durante un allenamento.

Lei si era assentata nello spogliatoio, in quel momento si trovava sola. L'arrivo repentino dell'allenatore in quei locali l'avrebbe sorpresa, ma mai quanto accaduto pochi istanti dopo. Come ricostruito dall'accusa, l'uomo avrebbe tentato un approccio deciso, allungando le mani e toccando la vittima nelle parti intime. Lei, terrorizzata, ha iniziato a piangere. Sarebbero stati i singhiozzi a bloccare l'allenatore, che a quel punto se ne sarebbe andato via come se nulla fosse accaduto.

Ma la faccenda non si era chiusa in quel luogo e in quella maniera. La ragazza, maggiorenne ma comunque giovanissima, ha reagito. Dopo lo shock iniziale, dovuto sia alla violenza in sé che ad una certa soggezione rispetto alla figura dell'allenatore, ha parlato dell'accaduto con i genitori e si è confidata con alcune amiche, quelle a lei più vicine.

Ha capito che non era giusto accettare e subire: è andata in questura e ha raccontato la sua verità, anche a costo di dover rinunciare allo sport. Non è stato semplice per la ragazza ripercorrere quei momenti, descrivere agli investigatori cosa sarebbe accaduto nello spogliatoio, le parole del coach, i suoi occhi, le mani che si muovevano decise, i palpeggiamenti.

Per la procura, che ha ricevuto la segnalazione degli agenti della squadra mobile, si tratta di violenza sessuale. L'uomo avrebbe agito approfittando del suo ruolo di allenatore, dunque anche di educatore, di persona che rappresenta un punto di riferimento per le atlete e per gli atleti.

La ragazza - un passo alla volta come nello sport - è riuscita a riconquistare la serenità. Quel brutto episodio è superato, appartiene al passato e davanti a sé ha una vita da dedicare all'agonismo, allo studio e ai suoi affetti. Per l'uomo si è aperto il processo e il suo futuro sportivo è quanto mai legato all'esito del dibattimento.

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