Politica / Scenari

Elezioni provinciali, Lorenzo Dellai sprona il centrosinistra: “Ora però si deve fare in fretta”

L’intervista all’ex presidente della Provincia: “Il voto oggi è molto più mobile e contendibile di quanto si pensi. E i conti si fanno alla fine. Per questo è urgente che ci sia un capocordata condiviso che dica finalmente zaino in spalla e partiamo. Senza paure, titubanze o inutili battaglie identitarie di parte”

CENTRODESTRA Patt-Fugatti, accordo fatto

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Nonostante il centrodestra (Fratelli d'Italia compreso), imbarcando il Patt, sia di fatto una invincibile armata, l'ex governatore Lorenzo Dellai, si rifiuta di dare per persa la battaglia di ottobre e sprona il centrosinistra. Mentre l'Alleanza democratica per l'autonomia è in attesa delle primarie del Pd del 26 febbraio il presidente Fugatti chiude l'accordo con il Patt e si prepara a ufficializzare la sua ricandidatura.
Pensa davvero che il centrosinistra possa ancora riuscire a presentare una proposta competitiva?
Certo che può riuscirci. Questa aria di rassegnazione che trovo in giro non fa bene neppure alla democrazia. Però occorre recuperare il tempo perduto. Dopo le elezioni per il Senato si era creato uno spirito positivo, con buoni risultati ed una Alleanza inedita rispetto ai pasticci romani. Bisognava partire subito da lì. Ed invece ci si è dedicati a liturgie interne ai partiti, si congettura di improbabili primarie; si pensa di poter girare il Trentino ad "ascoltare la gente" senza un progetto e senza un candidato presidente condiviso, a pochissimi mesi dal voto di ottobre. Mentre la Destra al governo fa campagna elettorale da quattro anni.
Campobase non ha fatto mistero di puntare su Francesco Valduga come candidato presidente della coalizione. Riuscirete a trovare la condivisione degli alleati? E come?
Come ha detto il coordinatore Rech è una proposta, non una pretesa. E come ha detto Valduga, se vi sarà sufficiente condivisione, lui non si tirerà indietro. Non ho da aggiungere altro. Quanto al "come", non c'è nulla da inventare. Le componenti della coalizione devono discutere con urgenza, far prevalere l'interesse generale ed assumersi la responsabilità politica di una sintesi. Se non fanno questo, come possono pensare di chiedere il consenso dei trentini per governare?
Senza il Patt, si può dire che il centrosinistra parte azzoppato?
La mia opinione è che i trentini sono oggi divisi in quattro minoranze. Quella che voterà comunque per la continuità della attuale Giunta; quella che voterà comunque per una alternativa; quella che comunque è contro tutto a prescindere; quella - la prevalente - che deciderà in base alla credibilità delle proposte e delle persone in campo. Il voto oggi è molto più mobile e contendibile di quanto si pensi. E i conti si fanno alla fine. Per questo è urgente che ci sia un capocordata condiviso che dica finalmente: "zaino in spalla e partiamo". Senza paure, titubanze o inutili battaglie identitarie di parte, ma con la serena coscienza che il Trentino ha bisogno di un nuovo ciclo politico e che chi vuole vincere deve anche accettare di poter perdere. La buona politica è questo, non solo tattica.
Pensa che Fratelli d'Italia e la Lega alla fine troveranno un accordo o arriveranno alla rottura?
Ma quale rottura? L'ingenuità non è una dote politica. Il presidente Fugatti è stato molto abile nel montare questo teatrino. Ha fatto l'accordo con il Patt per poi usarlo quale elemento di forza nella trattativa con Fratelli d'Italia. Alla fine saranno tutti assieme: la coalizione della continuità, contro quella del cambiamento che sta nascendo. E i sofismi di chi parla di solo appoggio tecnico al candidato presidente piuttosto che di patto coalizionale sono nulla più di una striminzita e trasparente foglia di fico.
Si può dire che la "anomalia trentina" sul piano politico oggi viene interpretato da una Lega che aggancia il Patt e con le liste civiche e territoriale si accredita come coalizione diversa dal classico centrodestra nazionale?
Francamente non vedo alcuna anomalia in ciò che accade da quelle parti. In tutta Italia la Destra unita cerca di agganciare satelliti di natura civica (peraltro in questo caso già con essa schierati fin dalle scorse elezioni provinciali) e movimenti locali. Niente di nuovo sotto il sole. Molto diversa è l'esperienza di Alleanza democratica per l'Autonomia. Una coalizione che a livello nazionale semplicemente non esiste. Per l'ennesima volta il Trentino può essere laboratorio politico innovativo. Forze politiche nazionali che a Roma si osteggiano, qui si alleano. E soprattutto qui esiste una chiara aggregazione di forze di ispirazione popolare e di centro riformista che sono, oltretutto, tutt'altro che satelliti di qualcuno.
Lei si è speso molto per un accordo col il Patt. Perché è finita così?
Ho veramente sperato che il Patt, col quale ho condiviso, assieme al centro sinistra, un lungo e positivo cammino di governo, capisse le ragioni di essere tra i costruttori a pieno titolo di una alternativa alla deriva attuale. Ha fatto invece la scelta opposta. Se è così, facciamocene una ragione, con rispetto. Osservo solo che un partito ha il dovere di assumere le proprie decisioni con trasparenza e chiarezza, senza cercare i patetici e documentatamente infondati pretesti di cui si è letto. La verità è che farebbe comodo al Patt poter dire che è stato costretto a questa scelta perché "dall'altra parte" c'è una coalizione solo "di sinistra", con un potenziale leader dal "cuore di pietra" che non risponde "ai messaggini di amore" . Purtroppo per il segretario del Patt non è così.

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