Giustizia / La storia

Minacce e insulti ai figli: mamma e papà denunciati dai vicini a processo

La madre, assistita dall'avvocata Elisa Larentis, si è separata dal marito e ha voluto essere presente in aula all'udienza: per lei è stata chiesta la messa alla prova. Assente invece l'uomo, per il quale si apre il dibattimento con l'audizione dei testimoni

TRENTO. I bimbi in quel periodo frequentavano la scuola materna. Erano così piccoli che c'è da sperare che non riuscissero a comprendere il significato delle parole che i genitori rivolgevano loro. Ma i vicini sentivano e capivano benissimo: gli epiteti ("figli di...") e le minacce ("vi ammazzo") non erano certamente un linguaggio adatto ad infanti, oltre che essere inopportuno a prescindere dall'età dell'interlocutore.

La segnalazione è arrivata al tribunale per i minorenni, che ha provveduto ad allontanare i piccoli dalla famiglia. Inoltre mamma e papà sono finiti a processo per quelle parole: il male che avrebbero fatto ai figli, secondo l'accusa, non è fisico ma psicologico. Ai genitori viene contestata la violenza non "negli atti" (non è infatti emerso alcun episodio in cui alle minacce seguissero schiaffi o strattonamenti), ma "nelle parole": abusavano di mezzi di correzione - è la contestazione - nei confronti dei bambini, i quali versavano in uno stato di timore. Mamma e papà pretendendo obbedienza urlavano frasi del tipo "figli di..., vi ammazzo" oppure "stronzi di m..., mettetevi le mani....".

Al di là della volgarità dei concetti, grave è che queste parole fossero rivolte a bambini di età prescolare. Gli episodi contestati vanno dal 2018 al 2020 e da questi, secondo l'accusa, sarebbe derivato il pericolo di una malattia nella mente delle piccole vittime. A dare il via agli accertamenti della procura dei minori sono state le segnalazioni dei vicini di casa ai carabinieri.

Le persone che abitavano nei pressi dell'abitazione della famiglia, in una località poco distante da Trento, sono state spesso testimoni di quella violenza verbale. In un'occasione era capitato di sentire il padre che minacciava i bambini nei pressi della fermata dell'autobus, dunque in un luogo pubblico: l'uomo, che nel frattempo ha cambiato casa allontanandosi dal capoluogo, evidentemente non aveva il timore di essere sentito da estranei. Non avrebbe mai percepito un eccesso nel suo comportamento.

Anche la moglie avrebbe agito senza avere una piena coscienza della gravità di quelle parole urlate ai figli. Dal 2022 i fratellini vivono in un appartamento protetto, seguiti da un'equipe educativa e da specialisti. Stanno crescendo serenamente. La madre, assistita dall'avvocata Elisa Larentis, si è separata dal marito e ha voluto essere presente in aula all'udienza: per lei è stata chiesta la messa alla prova. Assente invece l'uomo, per il quale si apre il dibattimento con l'audizione dei testimoni.

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