Truffe / Il caso

La finta nipote (con il nome vero): «Nonno dammi 10mila euro o mi intubano»

La svolta in senso positivo è arrivata quando la nonna ha deciso comunque di chiamare i genitori della ragazzina. Suggestionata dalle parole di chi piangeva al telefono fisso, si stava spostando un un'altra stanza ma le prime battute fra lei e il figlio sono state captate da chi era dall'altra parte dei filo. Che ha interrotto immediatamente la comunicazione

TRENTINO La truffa: «Serve un deposito per rilasciare vostro figlio»
IL FATTO
 90enne di Trento truffata al telefono, persi gioielli per 10mila euro

TRENTO. «Ciao nonno, sono Sara. Sono in ospedale, ho avuto una reazione allergica e ho disperato bisogno di fare delle iniezioni ma le devo pagare. Ho bisogno di soldi subito altrimenti mi intubano». Una frase detta in fretta al telefono da una ragazzina in lacrime. Sara è un nome di fantasia, ma quello usato alla truffatrice (perché di truffa si tratta, anche se sono tentata) è quello reale della nipote dei nonni che abitano a Trento. E che hanno vissuto momenti di terrore cercando di capire quanti soldi avrebbero potuto trovare in poco tempo. Perché la richiesta della (finta) nipote era altissima: 10mila euro. Ma quando c'è di mezzo la salute, la salute di una ragazzina non c'è limite che non si cerchi di superare.

«Siamo preoccupati per le informazioni che i truffatori avevano - spiega un famigliare che ha voluto condividere l'esperienza per chiedere a tutti di fare attenzione a questi raggiri - sapevano in nome della ragazzina e hanno chiamato sul numero di casa i nonni con sicurezza».

Segno che in precedenza c'è stato un attento lavoro di raccolta di informazioni. E visto che questo non è l'unico caso segnalato in città negli ultimi giorni, è necessario fare molta attenzione soprattutto a tutela delle vittime preferite dei truffatori, ossia gli anziani.

Ma torniamo alla telefonata. «La voce era di una ragazzina piangente che continuava a ripetere prima al nonno e poi alla nonna che rischiava di essere intubata perché non aveva i soldi per pagare le iniezioni. Ha anche spiegato che la mamma era già in banca a ritirare del denaro ma che non poteva prendere tutto il necessario».

Tutte informazioni che arrivavano con un ritmo incalzante e con la voce della ragazzina che si faceva sempre più angosciata. E sempre più angosciati erano anche i due ottantenni che fino ad una manciata di minuti prima stavano pranzando tranquillamente a casa. «E poi è arrivata la richiesta più strana - prosegue il famigliare - la finta nipote ha chiesto al nonno di spegnere i cellulari perché - ha detto - interferivamo con la chiamata».

Una manovra per isolare la coppia, per cercare di evitare che tentassero di contattare i genitori della nipote. La svolta in senso positivo è arrivata quando la nonna ha deciso comunque di chiamare i genitori della ragazzina. Suggestionata dalle parole di chi piangeva al telefono fisso, si stava spostando un un'altra stanza ma le prime battute fra lei e il figlio sono state captate da chi era dall'altra parte dei filo. Che ha interrotto immediatamente la comunicazione.

La finta nipote in lacrime aveva capito che il sui raggiro stava per essere scoperto e quindi ha interrotto la comunicazione. Poi, riflettendo sull'accaduto, la coppia di anziani ha ripensato a degli aspetti che non era logici in quella telefonata, dal fatto che a chiamare fosse direttamente la ragazzina e non un medico, all'accento che in un secondo momento suonava come poco trentino.

Oltre al punto che al pronto soccorso non sarebbe stato mai chiesto un pagamento anticipato per delle prestazioni pure salvavita. Ma questo lo si è compreso poi, razionalizzando. Durante quella convulsa telefonata non c'è stato il tempo per mettere in fila gli elementi dissonanti. Il pensiero era solo per la nipote sola in ospedale e bisognosa di aiuto. Ma era tutto finto.

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