Turismo / L’intervento

Il presidente degli albergatori chiede rispetto delle regole: “Airbnb, ad armi pari a noi sta bene”

Via libera di Giovanni Battaiola agli appartamenti ad uso turistico se iscritti al registro provinciale Cipat (Codice identificativo provinciale appartamenti turistici) che dalla sua introduzione ha fatto uscire dal sommerso centinaia di locazioni che prima non risultavano

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TRENTO. Sono 12.108 gli appartamenti ad uso turistico in Trentino e offrono in totale 52.500 posti letto. Secondo i dati del 2019, gli ultimi a disposizione, hanno fatto registrare 5,1 milioni di pernottamenti, a fronte di 5,2 registrati complessivamente da campeggi, affittacamere, Cav (case appartamenti vacanze), agritur, esercizi rurali e altre tipologie (colonie, campeggi mobili) e di 13,1 milioni del settore alberghiero.

Quelli che generalmente vengono identificati sotto il marchio Airbnb sono dunque una fetta importante del settore turistico trentino, che genera un indotto superiore al mezzo miliardo di euro l'anno. «Una tendenza che non può essere fermata» spiega Giovanni Battaiola, presidente degli albergatori Asat e di Trentino Marketing. Il quale, nel suo delicato ruolo di responsabile del turismo provinciale, vuole evitare polemiche e fraintendimenti.

«Per noi - spiega - non è concorrenza. Chi decide di andare in appartamento ben difficilmente sceglierebbe l'albergo. Sono due clientele diverse. Un turista che vuole fare vacanze in albergo per non dover pensare a nulla difficilmente sceglie l'appartamento in cui deve farsi da mangiare e le pulizie. Quello che a noi albergatori non sta bene è che parte, forse anche minima, di questo settore, lavori nell'illegalità».

Come gli alberghi e le strutture ricettive in generale sono sottoposte a regolamentazioni, obblighi (licenza, norme antincendio, comunicazioni alla Questura) e alle tasse «la stessa cosa dovrebbe avvenire per chi affitta attraverso internet» afferma Battaiola.

«Se si gioca ad armi pari a noi sta benissimo. Anche perché siamo convinti che nel momento in cui un host (proprietario dell'appartamento, ndr) esce dall'illegalità ha modo, attraverso tutte le piattaforme di sistema, di offrire un pacchetto vacanza più completo perché inserito dentro le proposte del territorio, e con le varie card».

Dunque, via libera agli appartamenti ad uso turistico se iscritti al registro provinciale Cipat (Codice identificativo provinciale appartamenti turistici) che dalla sua introduzione ha fatto uscire dal sommerso centinaia di locazioni che prima non risultavano. «Con l'emergere dall'illegalità si riuscirebbe a gestire meglio i flussi, come avviene nelle nostre strutture ricettive - continua Battaiola - oltreché far rispettare un minimo di qualità, garanzia e sicurezza minima sulle strutture date in affitto».

Nessuna guerra agli affitti virtuali, dunque. «No - conclude Battaiola -, anche perché siamo convinti che se anche si impedissero queste forme, non avremmo più turisti. Semplicemente, chi sceglie queste soluzioni cambierebbe zona per fare le vacanze e ne risentirebbe tutto il turismo trentino. Noi semplicemente vogliamo operare in un mercato in cui le regole siano uguali per tutti: solo così crescere il sistema turistico trentino».

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