Riscaldamento / Tariffe

Pellet meno caro: l’Iva passerà dal 22 al tre per cento per tutto il 2023. Novità pure per il teleriscaldamento

Gli imprenditori del settore lo chiedevano da tempo. Da cinque euro fino a tredici euro al sacchetto nel giro di un anno: il prezzo del pellet, ricordiamo, è quasi triplicato rispetto al 2021

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ROMA. Verrà ridotta l’aliquota Iva dal 22% al 5% per il teleriscaldamento nel primo trimestre di gennaio mentre l'Iva applicata ai pellet, che oggi è al 22%, sarà ridotta al 10% per tutto il 2023. A farlo sapere è la deputata leghista Vanessa Cattoi. “Un piccolo grande sostegno - spiega la parlamentare del Carroccio – per tante famiglie che, soprattutto nei nostri territori, avranno un sostegno economico in più per affrontare la stagione invernale. Se siamo arrivarti a questo lo si deve alla Lega”.

Da cinque euro fino a tredici euro al sacchetto nel giro di un anno: il prezzo del pellet è quasi triplicato rispetto al 2021. Le cause di questo rincaro stellare vanno ricercate nella crescita della domanda da parte delle famiglie e delle imprese (soprattutto del settore turistico) e nel crollo delle importazioni, con i paesi dell'Est Europa che tengono per sé l'ormai prezioso combustibile.

A ciò si aggiunge l'aumentato costo dell'energia, che va a pesare sulla produzione dello stesso pellet, che richiede molto calore per essere essiccato. Qua e là si registra un po' di speculazione, perché chi ha il materiale (parliamo di grandi fornitori) può cedere alla tentazione di gonfiare il prezzo. E il Trentino è in ritardo: nonostante le grandi risorse boschive, i progetti per lanciare un pellet "trentino" vanno a rilento.

Ne abbiamo parlato tempo fa con Paolo Sandri, presidente delle imprese boschive degli Artigiani Trentini, e con Imerio Pellizzari, vicepresidente della stessa categoria. Il presidente Sandri dà la dimensione del rincaro: «L'anno scorso servivano 5 euro per acquistare un sacco da 15 chili di pellet, mentre adesso il prezzo va dai 9,50 ai 12 o 13 euro al sacco».

La causa di questo rialzo? Sono crollate le disponibilità sul mercato internazionale: «Entra poco pellet dall'estero, in Italia produciamo solo il 20% dei fabbisogno nazionale di legname», indica Sandri, che sottolinea anche il peso fiscale che grava su questo prodotto: «Tra i problemi c'è anche l'IVA al 22%, è un costo che è a carico del consumatore. L'IVA sul pellet andrebbe equiparata a quella sulla legna da ardere, che è al 10%, essendo considerata bene primario».
 

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