Ambiente / La novità

Nuove stufe a legna: incentivo di 1.000 euro a cinquemila famiglie trentine per rinnovare gli impianti

L'obiettivo è quello di ridurre le emissioni inquinanti. L'intesa con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica sarà firmato nelle prossime settimane ma la Provincia è già al lavoro per predisporre i bandi. L'assessore Mario Tonina assicura: «L'importo verrà spalmato su più anni»

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di Domenico Sartori

TRENTO. Arrivano dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, i fondi per la rottamazione delle vecchie stufe a legna. La maggior parte dei quasi 5 milioni di euro che prossimamente saranno trasferiti alla Provincia autonoma di Trento, verranno destinati proprio a questo scopo. Lo spiega l'assessore all'ambiente, Mario Tonina, rispondendo ad una interrogazione di Alex Marini (Gruppo misto - 5 Stelle).

L'operatività della misura, in pratica un contributo a chi acquista e installa stufe a legna più efficienti, considera due elementi che lo stesso Marini richiama nella sua interrogazione di fine ottobre. Da un lato, l'impatto come inquinante della biomassa. «La percezione comune considera la combustione domestica della legna una pratica ecologica e tradizionale, pertanto innocua per la salute» annota Marini. Ma non è così.

In Trentino, in particolare, la legna è la principale sorgente inquinante presente nell'aria che si respira. Lo attesta l'Appa, l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, citata dal consigliere: «Circa l'80% delle emissioni primarie di polveri sottili PM10 in Trentino sono riconducibili alla combustione della legna nei piccoli impianti domestici, una percentuale che sale al 99% se si considera l'inquinante benzo(a)pirene, un idrocarburo policiclico aromatico fortemente cancerogeno».

Il secondo elemento da considerare è l'aumento esponenziale dei prezzi per la fornitura di gas ed energia (rispetto al 2021, anche il costo della legna è raddoppiato). Molti hanno scelto di installare stufe a legna (o a pellet), con un potenziale aumento delle emissioni. Chiaro che la prima cosa da fare è utilizzare la stufa in modo corretto: non a caso, l'Appa da tempo ha lanciato la campagna "Brucia bene la legna, non bruciarti la salute". Ma l'efficienza degli impianti è altrettanto importante. L'accordo con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è questione di settimane.

«La firma all'inizio del nuovo anno» spiega l'assessore Tonina «poi il primo 20% dei 5 milioni di finanziamento sarà trasferito alla Provincia». L'assessore ricorda che l'intesa con il governo ha come riferimento il Bacino padano, con l'obiettivo prioritario di ridurre le emissioni inquinanti». Appa e Aprie sono già al lavoro per predisporre i bandi. Indicativamente, saranno coinvolge 5 mila famiglie, con un contributo di circa mille euro ad impianto.

«Va tenuto conto» aggiunge Tonina «che già oggi c'è la possibilità di acquistare una stufa portando in detrazione il 50-60% del costo. Se per una stufa a legna efficiente il costo è tra i 3.500 e i 5 mila euro, con il nostro contributo aggiuntivo si arriva a coprire la gran parte della spesa. La procedura sarà operativa nei prossimi mesi. Ma è chiaro che non basterà il primo anno ad erogare l'intero importo: lo spalmeremo su più anni».

Mancano, quindi, le definizioni di dettaglio. In concreto, quello che la Provincia erogherà è un co-finanziamento, riservato alle persone fisiche residenti in Trentino allo scopo di ridurre le concentrazioni di particolato sottile - PM10, PM2,5 e benso(a)pirene - originate dalla combustione di biomassa per riscaldamento. Il contributo sarà destinato in via prioritaria, da quanto si può capire, alla rottamazione delle stufe più vecchie (indicativamente prima del 2010).

La Provincia, nell'accordo con il ministero, si impegna pure ad implementare l'informazione ai cittadini e a formare i professionisti (spazzacamini), mettendoli in grado di diventare attori privilegiati per educare l'utente alla corretta conservazione e uso della legna da ardere.

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