Immobiliare / Il trend

Casa in Trentino, lavoro a Bolzano: una questione di costi degli appartamenti

Nel capoluogo altoatesino gli alloggi non si trovano oppure costano troppo, sia in affitto sia da acquistare. Questo spiega perché stanno aumentando i pendolari della casa: non per scelta, ma per una questione di sopravvivenza

 

di Antonella Mattioli

BOLZANO. Non si trovano e se si trovano costano troppo sia da prendere in affitto che - ancora peggio - da acquistare. Questo spiega perché stanno aumentando i pendolari della casa, ovvero coloro che lavorano in Alto Adige e abitano in Trentino. Non per scelta, ma per una questione di sopravvivenza.

Un fenomeno che è sempre esistito, visto che i costi stellari degli alloggi a Bolzano e dintorni non sono una novità, ma che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti, in particolare per le conseguenze che può avere sul mondo del lavoro. Casa a Trento, lavoro a Bolzano.

«Le aziende - dice Mauro Baldessari , segretario provinciale della Uil - fanno una gran fatica a trovare personale in loco. Inevitabile far venire i collaboratori da fuori, ma per sperare che restino devono offrire anche una sistemazione abitativa. So che ad esempio le aziende di vigilanza privata - lo stesso discorso vale anche per altri settori - che hanno molti collaboratori che arrivano dal centro e sud Italia, affittano alloggi in Trentino da mettere a disposizioni del personale. Costano meno. Un altro esempio: un pulmino della Röchling parte ogni giorno da Trento, per portare i lavoratori all'azienda di Laives».

Si va avanti così, sperando che prima o poi la situazione possa migliorare. All'orizzonte però, non ci sono segnali incoraggianti. Chi può se ne va.

«Quello che è certo - spiega Baldessari - sono invece i rischi insiti in questa situazione che sta mettendo in difficoltà il settore della produzione ma anche dei servizi. Perché chi arriva da fuori, in cerca di lavoro, e non ha legami qui, appena può se ne va. In particolare i dipendenti di aziende con filiali in Veneto, Friuli, Lombardia - tanto per fare qualche esempio - chiedono di essere trasferiti. La causa è nota: con lo stesso stipendio si campa meglio, perché la vita costa meno. A partire dall'alloggio. Se in Alto Adige per 60 metri nelle zone più periferiche dalla città, ma anche nei dintorni la musica non cambia di tanto, bisogna indebitarsi per tutta la vita; in altre zone d'Italia il mutuo si paga in una decina d'anni e magari ci si può concedere anche qualche vacanza».

Sindacati e imprenditori. La Uil assieme a Cgil, Cisl e Asgb, nei giorni scorsi, ha firmato un documento assieme ad Assomprenditori, in cui si chiede a Provincia e Comune di fare di più sul fronte casa, se non si vuole mettere a rischio la "sopravvivenza stessa del tessuto produttivo e dunque i livelli occupazionali e la salute delle imprese". Imprenditori e sindacati avevano creduto che il disegno di legge sulla riforma dell'edilizia abitativa agevolata, presentato dall'assessora Waltraud Deeg e approvato nei giorni scorsi, potesse segnare il cambio di passo: ovvero garantire alloggi a prezzi sostenibili. Obiettivo mancato secondo Assoimprenditori e rappresentanti dei lavoratori.

«Riteniamo - questo il documento firmato assieme - che le misure non siano sufficienti rispetto alla situazione attuale e ancor di meno rispetto ad una situazione che - considerando l'elevata inflazione e l'aumento dei tassi di interesse per i mutui - nei prossimi mesi diventerà ancora più difficile».

Al Comune si chiede di recuperare aree già esistenti e di metterne a disposizioni di nuove. Alla Provincia di cambiare le "regole" del gioco, perché l'elevato costo degli alloggi è legato al fatto che i terreni - quel poco che ancora c'è - vengono venduti a peso d'oro.

«Per questo va garantita la parità di trattamento, consentendo l'accesso alle aree per l'edilizia agevolata a tutti i residenti per la costruzione della prima casa e per la costruzione di alloggi in affitto a canone provinciale, per non meno di vent'anni ai residenti. L'eventuale contributo pubblico deve essere destinato alla famiglia e non all'acquisto del terreno o agli oneri di urbanizzazione».

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