Società / L'emergenza

Senza fissa dimora, aperto nuovo dormitorio a Trento. L'Assemblea antirazzista: dateci risposte sui 330 profughi senza alloggio

Mentre la Provincia inaugura una nuova struttura in città che potrà ospitare ogni notte 24 persone (da oggi, 28 novembre), gli attivisti lamentano la mancata risposta alla lettera aperta di due settimane fa sul destino dei richiedenti asilo esclusi dall'accoglienza e in parte trasferiti in Sardegna. E annunciano un presidio per venerdì 2 dicembre

L'APPELLO Oltre trecento richiedenti asilo costretti a dormire per strada
IL CASO Cinquanta richiedenti asilo dal Trentino alla Sardegna: polemica

TRENTO. Il freddo avanza e l'emergenza per chi non ha una casa aumenta. Si tratta di un'emergenza sulla quale si mobilitano varie realtà sociali e venerdì 2 dicembre alle 17 è in programma anche un presidio sotto il commissariato del governo in corso 3 Novembre a Trento, su iniziativa dell'Assemblea antirazzista, per denunciare in particolare la situazione di richiedenti asilo lasciati senza alloggio.

Intanto, la Provincia questa sera ha comunicato l'apertura, da oggi, 28 novembre, di un nuovo dormitorio permanente in via Lavisotto, a Trento. La struttura, di proprietà provinciale, conta 24 posti letto per persone senza fissa dimora e sorge su un terreno concesso in comodato d'uso gratuito dal Comune di Trento. La gestione è affidata alla Fondazione comunità solidale.

Nel pomeriggio l'assessora Stefania Segnana ha compiuto un sopralluogo all'interno della casa (nella foto) - accompagnata dal direttore dell'Ufficio politiche socio assistenziali e welfare, Hermann Festi - dove ha incontrato il responsabile Giovanni Mariotti e il coordinatore dell'area accoglienza della Fondazione, Alberto Viola.

"Anche grazie al Comune che ci ha garantito l'uso dell'area, oggi viviamo un passaggio importante per il sistema di accoglienza promosso dalla Provincia, che consente una gestione organica dei posti letto riservati alle persone senza dimora. Persone che, non senza difficoltà, stanno affrontando la stagione fredda ed ora avranno a disposizione un nuovo luogo dove trascorrere la notte", commenta in una nota l'assessora Segnana, che ha augurato buon lavoro ai 5 operatori e al responsabile della struttura. L'accesso al dormitorio - che si trova al primo piano della struttura - avviene tramite lo sportello per l'accoglienza e prevede l'accoglienza notturna (dalle 18.30 alle 8.30) a uomini senza dimora.

Stasera era atteso l'arrivo dei primi 12 ospiti, che si sistemeranno all'interno di 6 spaziose stanze. Ai fini dell'accoglienza - ricorda la nota - sono previsti criteri e modalità che garantiscono un'equità di risposta e tengono conto delle condizioni di vulnerabilità delle persone ospitate.

Oltre ad un'ampia sala dedicata ai momenti di socialità e al consumo di prima colazione e cena (grazie alla collaborazione con Trentino solidale), all'interno della casa è presente uno spazio lavanderia. Da subito gli operatori della Fondazione comunità solidale hanno comunicato al vicinato l'arrivo degli ospiti, attraverso la distribuzione di volantini informativi. Il progetto è stato inoltre presentato al Consiglio pastorale interparrocchiale di Trento Nord: è previsto il possibile coinvolgimento di volontari della comunità.

Per tornare invece alla mobilitazione lanciata dall'Assemblea antirazzista e da altre realtà, sulla scia di una lettera aperta rivolta allle istituzioni due settimane fa, va ricordato che nell'annunciare la mobilitazione del 2 dicembre, si fa il punto della situazione.

"La lettera - si legge in un comunicato - sottoscritta da numerose associazioni e singoli cittadine e cittadini in merito agli oltre 330 richiedenti asilo esclusi dall'accoglienza in maniera illegittima e per questo costretti a vivere e dormire per strada, non ha ricevuto alcuna risposta “ufficiale” da Provincia e Commissariato del Governo.

La risposta è stata invece data nei fatti e nel modo peggiore: queste persone, molte da diverse mesi in Trentino, sono state poste di fronte all'alternativa tra l'accettare di trasferirsi in un CAS (Centro Accoglienza Straordinaria) in Sardegna o l'essere esclusi completamente dall'accoglienza.

Un outout inaccettabile, di terribile gravità, imposto ad esseri umani stremati da mesi di violenze e maltrattamenti subiti nel duro percorso di attraversamento dei Balcani guidati dalla giusta e disperata ricerca di una vita dignitosa, diritto inalienabile di ogni persona. Una pratica che riduce centinaia di persone alla stregua  di merce da spostare da un posto all'altro, senza curarsi della loro umanità, della loro vita reale fatta di affetti, relazioni, possibilità di lavoro, condizioni di salute e progetti di vita.

Una scelta - insiste l'Assemblea - contraria a quanto anche altri soggetti istituzionali come la Chiesa trentina e gli imprenditori stessi hanno proposto. Tutti coloro che non accetteranno il forzato trasferimento in Sardegna saranno inevitabilmente costretti a vivere in strada e privati di qualunque forma di assistenza e tutela.

Di fronte a questa inaccettabile condizione l'Assemblea antirazzista Trento invita tutti e tutte, e in modo particolare coloro che hanno sottoscritto la lettera aperta affinché il Trentino sia effettivamente terra d'accoglienza, a mobilitarsi e chiedere: una giusta e dignitosa accoglienza in Trentino per quanti vivono in strada e che hanno deciso di restare nel nostro territorio; rapidissimi chiarimenti in merito al numero e alla destinazione delle persone trasferite in Sardegna, vista l'opacità istituzionale con cui la decisione è stata posta in essere; effettiva rapida accoglienza e ripresa dell'accoglienza diffusa sul territorio e tra le diverse comunità della provincia come stava virtuosamente accadendo prima della sua nefasta cancellazione.

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