Under 30 / L’intervista

Con Elena e Francesca Paternoster le api di Andrea continuano a volare

Un anno e mezzo dopo il tragico incidente che costò la vita al "mago" dei Mieli Thun, le figlie portano avanti l’impresa

di Matteo Lunelli

TRENTO. «Legami imprescindibili come fiore e ape, padre e figlio. La primavera multicolore dona speranza in un inverno anticipato, la vita imprevedibile educa a viverla a 360 gradi. Le api di Mieli Thun continuano a volare! Abbiamo recuperato le forze, messo insieme energie per proseguire il lavoro di Andrea Paternoster, nostro padre. Oggi, più che mai, ci sentiamo un'azienda e una grande famiglia». Firmato Elena e Francesca Paternoster, apicoltrici. Era il maggio 2021 e circa un mese dopo la tragica scomparsa in un incidente stradale di Andrea Paternoster, geniale mente e cuore di Mieli Thun, le figlie scrivevano così.

Ora, un anno e mezzo dopo, Francesca ed Elena hanno mantenuto la promessa: le api continuano a volare. Francesca, 28 anni, è la metà creativa, mentre Elena, 25 anni, è la parte concreta. Perché «noi due siamo una persona sola, ci completiamo». A parlare è la sorella maggiore, Francesca. Ma, appunto, possiamo tranquillamente considerala una sorta di intervista doppia.

Le giornate, in questo periodo, sono lunghe e impegnative: come vi dividete il lavoro?

Noi siamo un'azienda agricola composta da una decina di persone, che aumentano durante la stagione. Ma siamo più che altro una famiglia: noi due, la mamma, Peter l'apicoltore e sua moglie e tutti gli altri, alcuni sono con noi da vent'anni. Condividiamo tutto.

Oggi voi due avete preso in mano le redini.

"Serve la firma del rappresentante legale", mi dicono. E allora firmo. Ma non sono il capo. Diciamo che Elena segue gli ordini e la parte commerciale, è fissa al computer e al telefono. Io cerco di muovermi il più possibile, ma il lavoro è di squadra.

Un anno e mezzo fa, quando ci fu il tragico incidente, lavoravate già in azienda?

Elena da qualche mese era in azienda, affiancava papà, stava imparando. Io no: ero a Roma quando è successo. Da quando ho 19 anni sono stata fuori casa, in Australia, poi mi sono laureata in cinese, poi ho fatto un master. A Roma stavo per iniziare a lavorare in un'azienda.

Non avevi intenzione di entrare in Mieli Thun?

No, in realtà no. E all'inizio il ritorno l'ho vissuto come una costrizione, non ero felice di stare a Vigo di Ton. Adesso, invece, non tornerei più indietro. Non esageriamo dicendo che papà Andrea era un mito, un riferimento nazionale e internazionale dell'apicoltura, un innovatore. E andando in giro per l'Italia e per il mondo lo percepiamo. Ed è davvero un grande orgoglio. Ma per lui arrivare dove è arrivato è stato difficile, è stato frutto di grandi sacrifici. Papà "spariva" durante la stagione, stava con le api e poi viaggiava tantissimo durante l'anno. Il tempo da trascorrere tutti insieme era poco.

Adesso è poco per voi.

Io mi dicevo "Non rinuncerò mai alla mia vita, alle passioni, al mio tempo". Oggi sono e siamo concentrate sull'azienda, ogni singolo progetto lo curiamo e lo facciamo crescere come fosse un figlio.

Siete giovani ma già con grandi responsabilità. Quel maledetto incidente vi ha costrette a "diventare grandi" in fretta, senza preavviso.

Da piccole le api e il miele, immaginiamo, erano un "gioco", una passione. Adesso sono lavoro e responsabilità. Ora è tutto diverso, l'approccio è cambiato. Prima del decisioni erano di papà, ora sono nostre. E si va da quelle piccole e divertenti, come il colore di una confezione, a quelle importanti che riguardano investimenti, banche, progetti. Ma lo facciamo con passione e orgoglio, con la voglia di imparare e ascoltare.

L'ascolto è un aspetto importante?

Decisamente, fondamentale. Papà ce l'ho sempre insegnato e ce lo insegnano anche le api, perché una da sola non è nulla, è l'insieme, è l'organismo che conta. Sapere tutto quello sapeva lui è impossibile, ma stiamo studiando, leggendo, imparando, chiedendo e ascoltando. Ci serve tempo, ma cerchiamo di sfruttarlo al massimo.

Vostro papà era il Messi dell'apicoltura ed essere i figli di un campione è sempre difficile.

È vero, il paragone è complicato. Ci si sente sotto esame, perché lui avrà anche fatto degli errori, ma era riconosciuto come una figura importante dell'apicoltura italiana. Ci ha messo vent'anni a costruire l'azienda e noi ci siamo trovate a gestirla all'improvviso. E siamo due donne e due giovani, a volte è difficile farsi ascoltare e risultare credibili, ma stiamo imparando. Con grande orgoglio stiamo imparando.

Gli amici di Andrea, con i quali aveva portato avanti tante idee e progetti, vi sono stati vicino?

Sì, decisamente. È continuato quello che era il rapporto con papà, ovvero amicizie vere e relazioni solide. Ce l'hanno detto subito e ce lo dicono sempre "Se avete bisogno chiamate, noi ci siamo". Ed è così. Amici, ma anche clienti e collaboratori, ci hanno dato la forza e ci hanno spinto ad andare avanti.

La stagione come è stata?

Dopo quella difficile del 2021, con la produzione calata del 60 per cento, quest'anno è andata decisamente meglio. E abbiamo prodotto un miele di acacia tra i più apprezzati di sempre. Fino a fine luglio è andata benissimo, poi ci sono stati problemi con il caldo e la siccità.

Perché api non significa solo miele: significa ecologia, ambiente, sostenibilità.

Ricordo che quando eravamo piccole papà tornava a casa con tantissimi melari pieni di miele, senza alcun bisogno di aiutare le api. Ora il rapporto è di mutuo aiuto, dobbiamo nutrirle e aiutarle.

Con coraggio, intraprendenza e umiltà non vi state limitando solo a portare avanti l'azienda: i progetti "vostri" ci sono.

Ne abbiamo tanti. Ora vorremmo dare una svolta alla comunicazione e prossimamente lanceremo un progetto con Nuovi Orizzonti e con i 22 ex compagni di classe all'Istituto Agrario di San Michele all'Adige di "Spadino", come chiamavano il papà.

Francesca ed Elena Paternoster e Mieli Thun dove saranno tra dieci anni?

Io in giro, Elena in ufficio, i nostri mieli in tutto il mondo: vogliamo portare avanti l'azienda. Ascoltando e poi crescendo. La forza la abbiamo. E le api di Andrea continuano a volare...

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