Montagna / Economia

Skipass più cari, gli impiantisti: “I ritocchi non coprono neppure la singola voce degli aumenti energetici”

Valeria Ghezzi per la prossima stagione invernale si attende una partenza lenta, con prenotazioni legate soprattutto a soggiorni brevi, in ragione della situazione di difficoltà che caratterizza molte famiglie italiane ed europee. Migliora invece la situazione relativa alla carenza di manodopera

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TRENTO. "Si è parlato molto dell'aumento del prezzo degli skipass, ma vogliamo ribadire che la filiera sta facendo i conti con il caro energia, con l'aumento dei i costi dell'acciaio e del carburante, con l'impennata degli oneri di gestione per garantire la sicurezza degli sciatori. Solo una minima parte dei maggiori costi sostenuti dalle aziende verrà trasferito sui clienti: i ritocchi non coprono neppure la singola voce degli aumenti energetici (in caso contrario avremmo dovuto aumentare le tariffe del 30%, mentre i rincari si situano tra il 5 e il 12%)". Lo afferma la presidente dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef), Valeria Ghezzi.

L'associazione rappresenta il 90% degli esercenti del settore, con oltre 1.500 impianti su Alpi e sugli Appennini. "Chiediamo con forza che il governo riconosca in modo formale le aziende funiviarie quali energivore e, in considerazione del loro ruolo per il turismo e l'economia in montagna, le aiuti ad affrontare una situazione di difficoltà che, purtroppo, non dipende dalla capacità imprenditoriale. Soprattutto in una fase delicata, mentre è ancora vivo il trauma economico dovuto alle chiusure per la pandemia", ha aggiunto Ghezzi, parlando della necessità di "soluzioni strutturali e non improntate alla contingenza".

Per la prossima stagione invernale, Anef si attende una partenza lenta, con prenotazioni legate soprattutto a soggiorni brevi, in ragione della situazione di difficoltà che caratterizza molte famiglie italiane ed europee. Migliora invece la situazione relativa alla carenza di manodopera, pur con difficoltà legate al reperimento di persone specializzate.

"La carenza di personale attualmente si aggira intorno al 10%, ma stiamo adeguando le nostre organizzazioni e le procedure operative per assicurare, come sempre, la qualità ed efficienza del servizio e, soprattutto, la massima sicurezza per gli utenti", conclude Ghezzi. 

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