Grandi opere / Il caso

Bypass ferroviario, dopo due mesi non ci sono i risultati delle analisi sui terreni inquinati di Trento nord

A metà settembre il "cantiere pilota" per i campionamenti Rfi all'interno dell'area ex Sloi

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TRENTO. Sono passati due mesi dalla raccolta dei campioni di aria nell'ambito del cosiddetto cantiere pilota, lo scavo con movimentazione di terreno inquinato effettuato a metà dello scorso settembre all'interno dell'area ex Sloi, nei pressi della fossa Armanelli, ma i risultati ancora non ci sono.

«Ho sollecitato anche ieri l'invio dei dati a Rfi» confida l'ingegner Gabriele Rampanelli, che sta seguendo per l'Agenzia per l'ambiente in contraddittorio con la società ferroviaria.

Le analisi sono state effettuate per tre giorni consecutivi ma quella attesa con maggiore interesse è quella relativa ai prelievi effettuati il secondo giorno dopo aver movimentato i terreni inquinati, che può fornire dati interessanti a riprodurre quello che sarà l'ambiente di lavoro quando si dovrà scavare per allargare la trincea dove passerà l'ultimo tratto del bypass ferroviario.

La realizzazione di un cantiere pilota era stata richiesta dal consiglio comunale di Trento e avrebbe dovuto servire per valutare la realizzabilità dell'opera, in particolare laddove va a interessare i terreni inquinati.

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Terreni inquinati sotto stretta osservazione. L’Appa, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, ha eseguito tre giorni di analisi degli inquinanti nei terreni di Trento Nord che saranno interessati dai lavori della circonvallazione ferroviaria. Si tratta di una sorta di “contro-analisi” rispetto a quelle effettuate da Italferr per conto di Rfi. I terreni in questione sono quello della fossa Armanelli, di proprietà della stessa Rfi, nella quale venivano sversati a suo tempo i residui della Sloi.

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