Ambiente / L'allarme

Foreste trentine, la Provincia chiede aiuto al governo per l'emergenza bostrico

Nelle valli di Fiemme e Fassa, fra le zone travolte quattro anni fa dalla furia della tempesta, il parassita degli alberi è diffuso su 3.270 ettari. L'assessora Giulia Zanotelli: necessarie l'interlocuzione con Roma e la collaborazione con le altre Regioni dell'arco alpino

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TRENTO. Nel distretto forestale di Cavalese, che comprende le Valli di Fiemme e Fassa, in Trentino, il bostrico ha causato un danno di circa 690.000 metri cubi diffuso su 3.270 ettari, su un totale di 1,47 milioni di metri cubi (8.350 ettari) in tutta la provincia.

Guardando nello specifico alla Val di Fassa, sono circa 116.000 metri cubi di legname colpito dal bostrico, per una superficie complessiva interessata di 600 ettari, con un'evoluzione della situazione in peggioramento di anno in anno: i comuni più colpiti sono quelli di Moena (65.500 metri cubi e 250 ettari) e San Giovanni di Fassa (27.500 metri cubi e 190 ettari).

Una vera emergenza, commenta l'assessora provinciale alle foreste, Giulia Zanotelli: "La situazione è complessa ed appare dunque fondamentale una sinergia tra tutti i soggetti interessati: per questo motivo l'amministrazione provinciale ritiene strategico il confronto con i territori in cui questa problematica è particolarmente forte".

Per Zanotelli è necessaria interlocuzione con il Governo - anche attraverso il lavoro della delegazione parlamentare trentina - oltre che della collaborazione con le altre Regioni dell'arco alpino.

Prosegue intanto l'attività di monitoraggio attraverso 229 trappole distribuite in tutto il Trentino per verificare la diffusione del bostrico.

29 ottobre 2018: il giorno di Vaia. Un inferno di vento, acqua e fango si abbatte sul Trentino

Nella serata del 29 ottobre 2018, un autentico uragano si abbatte sul Trentino: i suoi effetti sono devastanti. Milioni di alberi vengono spazzati via come fuscelli, decine di migliaia di ettari di bosco vengono rasi al suolo, i torrenti esondano e si trasformano in colate di fango. Una di queste, a Dimaro, inghiotte Michela Ramponi. È una delle due vittime di Vaia: l’altra è Denis Magnani, colpito da un fulmine. Furono giorni tristi per le nostre comunità, ma fu anche un momento in cui il Trentino diede il meglio di sé. Le ferite di Vaia sono ancora visibili, ma la ricostruzione continua.

All'interno del Distretto forestale di Cavalese le catture appaiono in costante aumento negli ultimi anni. L'evoluzione della situazione appare ora difficilmente prevedibile, in quanto legata alle condizioni meteorologiche. L'individuazione di nuovi focolai è garantita dal personale forestale, che garantisce in modo continuativo la sorveglianza sul territorio.

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