Rovereto / L'evento

Lo sguardo internazionale del Festival meteorologia, dal 9 al 12 novembre

Ottava edizione della rassegna dedicata alla scienza del meteo e allo studio dei cambiamenti climatici che richiede la capacità di avere un approccio senza confini, oltre i propri orizzonti locali

ROVERETO. Nei giorni in cui in Egitto si tiene la Cop27, Rovereto torna ad ospitare il festival dedicato alla scienza del meteo e allo studio dei cambiamenti climatici.

In questa ottava edizione, spiegano i promotori, il Festival meteorologia valorizza l’impostazione interdisciplinare che da sempre caratterizza la scienza meteorologica e si apre alla dimensione internazionale, necessaria per comprendere appieno la complessità dei fenomeni globali.

Quattro le sedi, tutte a pochi passi: Palazzetto dello Sport per gli stand di MeteoExpo e le conferenze, Palazzo Piomarta per la sessione dedicata al binomio Agricoltura e Meteorologia, Teatro Zandonai per una serata di letture sulla “nebbia” di Italo Calvino e le sedi della Fondazione Museo Civico di Rovereto per le attività didattiche.

Apertura dell’area expo e delle conferenze venerdì 11 novembre alle 9 al Palazzetto dello Sport.

"Le nuvole, i venti, i fenomeni atmosferici in generale non hanno confini, superano le frontiere geografiche", si legge nella presentazione dell'evento.

"Come loro, anche il Festivalmeteorologia, che per l’edizione 2022, l’ottava, sceglie un approccio internazionale, oltre i limiti di una visione nazionalistica per fare ciò che riesce meglio a chi è abituato a osservare il cielo e l’atmosfera: pensare senza confini. Andare oltre al proprio orizzonte è una necessità se si considera, ad esempio, la complessità dei cambiamenti climatici che stanno interessando tutte le latitudini e che vanno studiati su scala globale", prosegue la nota introduttiva.

L’edizione 2002 del Festival si occuperà proprio di questo: della collaborazione a livello internazionale per analizzare i fenomeni in modo ancora più vasto e approfondito.

Un tema di grande attualità che viene discusso proprio mentre in contemporanea a Sharm el-Sheikh in Egitto si sono aperti i negoziati del vertice mondiale sul clima della COP27 con la presentazione del report della World Meteorological Organization. «L’impegno internazionale su questo fronte è diventato evidente da quando si è dimostrato inequivocabilmente che sono le attività umane a causare l’emergenza climatica», spiega il responsabile scientifico del festival, Dino Zardi.

«Gli accordi internazionali e le iniziative di negoziazione come le annuali Conferenze delle parti (COP) vanno nella direzione, non facile, di realizzare azioni condivise e concertate a livello internazionale per perseguire l’obiettivo di ridimensionare l’emergenza climatica, soprattutto per le future generazioni».

«L’edizione di quest’anno che si apre alla dimensione internazionale per questo non è casuale», aggiunge Zardi.

«Anzi, proprio ai primordi della meteorologia nel nostro Paese questa impostazione era già evidente. Del resto, è italiana la prima rete internazionale di osservatori meteorologici, la cosiddetta “Rete meteorologica medicea” costituita nel 1654 sotto il patronato del Granduca di Toscana Ferdinando II de’ Medici, dall’Accademia del Cimento. La rete medicea ha dato l’esempio e lo stimolo a varie forme di coordinamento che da allora si sono sviluppate, in diversi paesi, tra le organizzazioni meteorologiche che si sono costituite nel tempo, fino a dar vita, in tempi più recenti, ai servizi meteorologici nazionali. L’atmosfera del pianeta non conosce i confini nazionali. Molti dei suoi fenomeni interessano globalmente il pianeta, o interi continenti.

È impossibile pertanto fare meteorologia, nel senso compiuto del termine, al di fuori di collegamenti internazionali. L’interscambio dei dati da misure meteorologiche è essenziale per le previsioni operative. Inoltre, gli investimenti necessari per costituire e gestire grandi infrastrutture, come i satelliti meteorologici o i supercalcolatori per “far girare” i modelli matematici che elaborano simulazioni dell’evoluzione del tempo e del clima, richiedono impegni sovranazionali, come il Consorzio europeo per la meteorologia satellitare (Emetsat) o il Centro meteorologico europeo (Ecmwf). Altrettanto essenziali sono le connessioni internazionali per la ricerca, per la meteorologia ancora più che per altre discipline. Questo spiega anche il successo delle iniziative internazionali per la formazione universitaria in meteorologia, che assicurano una preparazione adeguata alla interoperabilità al di sopra dei confini nazionali del personale addetto ai servizi meteorologici».

Il Festival presenta la meteorologia in modo accessibile a tutte e tutti, mantenendo al tempo stesso il necessario rigore scientifico. Offre un'occasione di incontro a tutti i diversi protagonisti del settore, dai servizi meteorologici, ai professionisti, alle imprese, al mondo della ricerca, all’università, alla scuola, al mondo delle associazioni meteoamatoriali.

L’appuntamento è promosso dall’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia (AISAM), dall’Università di Trento, dal Comune di Rovereto e dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto e si tiene, come di consueto, a Rovereto, da mercoledì 9 a sabato 12 novembre.

Il programma e le sedi

Quattro giornate intense con incontri, conferenze, attività didattiche, spettacoli, laboratori, mostre, concerti e un’area expo, per conoscere in modo sempre nuovo una realtà che assume sempre maggior importanza nella vita di ciascuno di noi. Anche per questa edizione il Festival avrà casa in quattro location diverse, tutte a Rovereto, tutte a pochi passi di distanza.

Nel Palazzetto dello Sport di via Piomarta (lato Giardini Perlasca) è allestita l’area conferenze per incontri con gli esperti ed esperte del settore per conoscere la meteorologia, i suoi campi di applicazione e le implicazioni sulle diverse attività e sulla vita quotidiana. Spazio anche all’area expo dove interagire con gli stand di enti di ricerca, associazioni, istituzioni, aziende ed enti formativi, per toccare con mano le varie anime che compongono il mondo della meteorologia.

Attività e laboratori dedicati alle scuole di ogni ordine e grado saranno organizzati da mercoledì a venerdì dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto nelle proprie sedi a Rovereto. Il festival in città prevede anche attività per tutta la cittadinanza sempre al Palazzetto dello Sport di Rovereto.

Al Teatro Zandonai in Corso Bettini andrà in scena venerdì dalle 21 il “Dialogo tra letteratura e meteorologia”, una serata di letture dell’Associazione Teatrale Universitaria e di dialogo tra Francesca Serra dell’Università di Ginevra e Lucia Rodler dell’Università di Trento che partirà dalla “nebbia” evocata nelle pagine di Italo Calvino. Nebbia in guerra, nebbia in città, nebbia nelle relazioni umane: dalla nebbia come fenomeno meteorologico alla trasposizione letterari nell’opera del grande scrittore. Una serata a ingresso gratuito particolarmente dedicata a tutta la cittadinanza.

A Palazzo Piomarta in Corso Bettini si concluderà la sessione dedicata a Agricoltura&Meteorologia dedicata al clima che cambia e agli scenari che si aprono per il mondo agricolo. L’evento è in collaborazione con Condifesa di Trento, di Bolzano e Asnacodi Italia.

L’apertura ufficiale del festival si terrà venerdì 11 alle 14.30 al Palazzetto dello sport di Rovereto alla presenza delle autorità. Avranno poi inizio tutte le varie sessioni con gli interventi di relatori e relatrici dai più diversi ambiti scientifici che tratteranno di cambiamenti climatici, digitalizzazione dei dati meteorologici, reti di collaborazione scientifica nazionali e internazionalo, comunicazione della meteorologia, storia delle previsioni meteo. Nel programma ci sarà spazio persino per la poesia.

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