Politica / Provinciali

Ianeselli pressa il centrosinistra: “Il candidato presidente va scelto entro fine anno”

Il sindaco esclude di essere lui il candidato presidente: “No, no, io faccio il primo cittadino che, come mi ha detto Walter Veltroni al Festival dello sport, è il lavoro più impegnativo e bello che c'è”

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha buoni rapporti con il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, sia umani che istituzionali, come ha riconosciuto lo stesso governatore, eppure incarna quella formula di alleanza larga del centrosinistra, che ha avuto successo nel capoluogo e alle elezioni politiche del 25 settembre, nonostante in questo secondo caso fosse orfana del Patt, e che ora potrebbe insidiare il centrodestra alle Provinciali dell'ottobre 2023.

Sindaco Ianeselli, il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha detto che la sua coalizione di centrodestra deve allargarsi, altrimenti nel 2023 rischia di perdere. Lo pensa sul serio secondo lei?

Se il leader di una coalizione che governa la Provincia da quattro anni dice che va imbarcato qualcun altro perché se no si perde fa riflettere, perché non dovrebbe essere così. Chi governa dovrebbe dire ci ripresentiamo forti di quanto abbiamo realizzato in questo anni e su questo convinceremo gli elettori.

Quindi lo ritiene un segno di debolezza da parte del presidente Fugatti?

Penso che sia la conferma che la partita delle elezioni provinciali del 2023 sia apertissima. E del resto i risultati dei tre collegi del Senato lo dimostra.

Addirittura. Non pensa di essere un po' troppo ottimista?

Non mi interessa tanto criticare l'altra parte, ma guardare alla mia. E penso che il risultato non sia mai una questione puramente aritmetica. Non è che siccome si teme un pareggio allora per vincere serve qualche punto percentuale in più e quindi si deve imbarcare il Patt. Nel momento in cui si costruisce una coalizione, innanzitutto serve il rispetto per tutte le forze politiche e poi partire da quello che si vuole fare.

Su questo fare lei pensa che il Patt alla fine potrebbe trovarsi più in sintonia con il centrosinistra che con il centrodestra?

Io vedo da una parte l'incompatibilità con il partito del momento (Fratelli d'Italia, Ndr.), che è nazionalista e centralista, mentre dall'altra, nella nostra, c'è una coalizione che punta a unire radici e innovazione.

Cosa significa?

Nella tempesta perfetta di inflazione e difficoltà per le famiglie, di Covid, che definirlo estinto mi sembra prematuro, di fenomeni climatici estremi e di guerra nel continente, candidarsi ad essere insieme all'Alto Adige e al Tirolo del Nord tra i territori più sostenibili in Europa, dove sostenibilità vuol dire ambiente sicuramente, dare prospettiva futura ai nostri territori, ma anche occuparsi di temi di disuguaglianza e difficoltà delle persone. E questa mi pare una prospettiva ambiziosa per l'autonomia, perché contiene tanta appartenenza, innovazione e risposte alle sfide che ci sono.

Anche il centrosinistra in passato ha fatto calcoli aritmetici sulle percentuali quando ha allargato al Patt, non è forse vero?

Io parlo della mia coalizione a Trento. Non abbiamo fatto calcoli percentuali ma siamo partiti dal rispetto e il rapporto con il mondo autonomista per la cultura che rappresenta. L'idea alla base del nostro ragionamento era unire le culture del riformismo, l'ecologismo, il popolarismo e appunto quella autonomista. Penso che mettere insieme la cultura autonomista con quella nazionalista e centralista sia impossibile.

Secondo lei come dovrebbe muoversi l'Alleanza democratica per l'autonomia per arrivare pronta alle elezioni provinciali dell'ottobre 2023?

Innanzitutto dovrebbe credere nel fatto che la partita è apertissima e si può vincere. E dovrebbe lavorare come si è lavorato per i collegi del Senato. Le premesse sono buone, bisogna crederci.

Entro quando va scelto il candidato presidente della coalizione?

Si deve accelerare. Io dico entro la fine dell'anno, perché il candidato presidente deve essere il propulsore e il garante del progetto, di quell'idea di territorio che coniuga appartenenza e innovazione, che unisce valli e città. Il nome prima c'è, meglio è.

Tra i nomi che si fanno gira anche il suo. Sarebbe disponibile a candidarsi alla presidenza della Provincia?

No, no, io faccio il sindaco che, come mi ha detto Walter Veltroni al Festival dello sport, è il lavoro più impegnativo e bello che c'è.

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