Società / L'allarme

Violenza di genere, in Trentino aumentano i casi. Il procuratore Raimondi: più di uno su 10 non viene denunciato

Intervenendo al laboratorio formativo della Tsm sulla rete antiviolenza provinciale, il magistrato ha illustrato anche i dati rilevati dalla Procura della Repubblica: nel 2022 si stima una crescita del 15-20%. "Per noi questa battaglia è importante quanto la lotta alla criminalità organizzata". Ecco i dispositivi messi in atto per contrastare la violenza sulle donne e sui minori

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TRENTO. Sono in aumento i casi di violenza di genere rilevati in Trentino dalla Procura della Repubblica di Trento. Lo ha reso noto il procuratore distrettuale, Sandro Raimondi, intervenendo al convegno "Laboratorio formativo per la rete antiviolenza provinciale: Legge 69 del 19 luglio 2019", a Trento.

"Per il 2022 – ha aggiunto Raimondi – si stima un aumento dei casi di violenza in Trentino pari all’incirca al 15-20% rispetto al 2021, con un aumento, preoccupante, anche dei casi non denunciati. Nonostante tutti gli sforzi, c'è un iceberg di sommerso che possiamo stimare del 10-15% rispetto al denunciato. Il tema delle indagini sui reati di genere per noi è importante tanto quanto la lotta alle mafie", ha affermato Raimondi. Nel corso dell'iniziativa, il procuratore ha presentato anche l'accordo "Codice rosso", sottoscritto con l'Azienda provinciale per i servizi sanitari.

"Siamo l'unica provincia - ha precisato al riguardo - che ha istituito un servizio di questo tipo per il cittadino, esteso anche alla Procura di Rovereto, con cui viene messo a disposizione a costo zero un servizio di psicologi e neuropsichiatri infantili per assistere le forze di polizia nell'interrogatorio della vittima del reato".

A quanto riferito dalla dirigente della divisione anticrimine della Questura di Trento, Anna Maria Maggio, lo strumento dell'ammonimento si sta rivelando efficace. "Il provvedimento è efficace nel 75-80% dei casi - ha dichiarato - perché l'ammonito, nel breve e nel medio periodo, cessa la condotta persecutoria".

"È una questione culturale - ha ricordato Raimondi – e dobbiamo lavorare tutti insieme per passare dal dire al fare. In questo senso, i corsi di formazione realizzati da Tsm, insieme all’interazione fra tutte le forze dell’ordine e i servizi della Provincia, possono contribuire ad aumentare il sistema di tutela delle vittime. Il seme della non violenza – ha detto ancora Raimondi – inizia con la formazione”.

"Siamo convinti – ha detto in apertura l’assessore provinciale alla salute e politiche sociali Stefania Segnana – che la sinergia sul territorio, a tutti i livelli, fra le istituzioni, le forze dell’ordine e i servizi sociali, insieme anche alla formazione realizzata da Tsm, possano fare la differenza al fine di consentirci di cogliere, in anticipo, quei comportamenti che portano alla violenza contro le donne e alla violenza assistita nei confronti dei minori. Stiamo, inoltre, lavorando sul recupero degli uomini maltrattanti e questa è un'ulteriore possibilità che potrebbe aiutarci a cambiare qualcosa”.

L’assessore Segnana ha, infine, ricordato la convenzione tra le Procure della Repubblica di Trento e di Rovereto con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari per l’attuazione del “Codice Rosso”, in base alla quale i professionisti psicologi di Apss danno supporto alla polizia giudiziaria e all’ufficio del pubblico ministero nei casi in cui si renda necessario acquisire informazioni da persone minori o vulnerabili.

"La maggiore sensibilità sul tema - ha detto il commissario del governo, Gianfranco Bernabei intervenuto in apertura - fa emergere un dato che per anni è rimasto oscuro, sommerso da riserve di carattere sociale che impedivano a questi episodi di venire a galla nella loro reale dimensione".

“Tsm – ha spiegato l’amministratore delegato Delio Picciani – è impegnata sul territorio, per conto di Agenzia per la coesione sociale, per sostenere, attraverso la formazione, gli operatori che si trovano a dover gestire casi e situazioni legate alla violenza di genere. Sono stati 10 gli incontri, in presenza, tenuti nel 2022 che hanno coinvolto 245 persone”.

Al fine di rendere ancora più incisivo il ruolo di Tsm, Delio Picciani, prendendo spunto dalla lectio del procuratore Raimondi, che ha parlato di tante diverse violenze, ha avanzato la proposta di attuare, attraverso un ulteriore supporto di Tsm all’Agenzia per la coesione sociale, un progetto di formazione continua, teso allo sviluppo di una “rete culturale” che possa prevenire la violenza familiare e di genere.

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