Agricoltura / Il caso

Risparmio d'acqua e irrigazione più efficiente: da Roma 31 milioni per i progetti del Consorzio trentino di bonifica

Dalla Rotaliana alla val di Gresta, ecco come si interviene fra i campi e gli invasi per rendere più sostenibile il settore che quest'anno ha fatto i conti con l'emergenza siccità

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TRENTO. Trentadue milioni agguantati in pochi anni. Per rendere il Trentino un po' più sostenibile nella gestione della risorsa acqua. E quanto ce ne sia bisogno è (dovrebbe essere) chiaro a tutti anche in una provincia potenzialmente ricca di oro blu che però per mesi ha fatto i conti con la siccità, i torrenti in secca, i campi assetati e le turbine in affanno delle centrali idroelettriche che producono kW e dividendi per i soci pubblici e privati.

A tanto, a 32 milioni di euro appunto, ammontano le risorse che il Consorzio trentino di bonifica ha raccolto e sta raccogliendo per mettere a terra tre progetti di efficientamento nell'utilizzo delle risorsa idrica.

Gli investimenti nazionali del Pnrr.Il Mims, Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha appena pubblicato il primo rapporto su investimenti e riforme per le infrastrutture idriche e l'aggiornamento trimestrale sullo stato di attuazione del Pnrr e del Pnc, il piano nazionale complementare. Sono in totale 3,9 miliardi di investimenti, definiti in 19 mesi, di cui 2,9 miliardi rientrano nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il 44% degli interventi del Pnrr riguarda il potenziamento delle infrastrutture, il 41% l'adeguamento delle infrastrutture esistenti, il 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni di euro previsti). Dovranno essere realizzati 1.282 km di infrastrutture, di cui 975 per nuove condotte.

Ma il 61,6% delle risorse è destinato all'utilizzo irriguo o misto e ulteriori 900 milioni sono riservati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l'obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l'efficienza.I fondi del Mims al Trentino.

Tra i progetti finanziati dalla Misura M2C4 del Mims c'è il "Progetto irrigazione della Val di Gresta mediante due invasi da utilizzare potenzialmente anche ad uso potabile ed antincendio". Soggetto attuatore è il Consorzio trentino di bonifica, referente dei Consorzi di miglioramento fondiario della valle. Il costo totale dell'intervento è di 12,03 milioni di euro, ed il Pnrr porta in dote al Consorzio 10,8 milioni di euro. La proposta fissata nel progetto di fattibilità tecnico economica depositato ai fini dell'ottenimento delle risorse prevede in effetti un invaso in località Pozze, a 1.238 metri di quota, della capacità di 75 mila m3, nel comune di Ronzo-Chienis; quindi un secondo invaso artificiale a Naranch (comune di Mori), a quota 833 metri, della capacità di 50 mila m3.

«Quello era lo studio di fattibilità» spiega Luigi Stefani, presidente del Consorzio trentino di bonifica «ci stiamo ora orientando ad introdurre delle migliorie a riguardo degli invasi. Dobbiamo ultimare il progetto esecutivo entro gennaio, procedere all'appalto entro settembre 2023 e ultimare i lavori entro il 2026. Abbiamo ottenuto il semaforo verde dal Mims in agosto, a breve partiremo con i carotaggi in zona».

L'obiettivo è ottimizzare lo sfruttamento delle fonti idriche esistenti per riempire gli invasi nel periodo primaverile, ricaricarli durante il periodo irriguo e garantire pure un approvvigionamento diretto in rete per incrementare la disponibilità idrica con un sistema idraulico a gravità. Un sistema connesso per collegare la zona alta delle Val di Gresta con la zona bassa e sopperire anche alla scarsità di risorsa idrica ad uso potabile e antincendio.

Il Consorzio guidato da Stefani è però riuscito a pescare risorse anche partecipando al Programma di sviluppo rurale nazionale 2014-2020 del Mipaaf, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali: 10,3 milioni di euro (di cui poco meno di due per l'automazione, per rinnovare, spiega Stefani, gli impianti irrigui, con sistemi a goccia, di circa 700 ettari tra Lavis e Roveré della Luna.

«L'80% del lavoro è realizzato, dobbiamo» dice Stefani «completare il collegamento ai pozzi e installare l'automazione per il controllo e la gestione dell'irrigazione».

Un terzo progetto è sulla pista di lancio: «Sempre con il ricorso ai canali di finanziamento del Mipaaf» anticipa il presidente del Consorzio «abbiamo presentando un progetto di 10,9 milioni di euro, per rinnovare gli impianti irrigui di tutta la collina di Pressano, delle campagne a nord di Zambana Vecchia, a monte dell'idrovora (circa 50 ettari), la zona dell'ex stazione della funivia della Paganella a Lavis, a Mattarello e a Chizzola. In totale sono oltre 600 ettari interessati. Entro novembre sarà pubblicata la graduatoria. Siamo fiduciosi. Il Consorzio, negli ultimi anni, si è rafforzato con nuove competenze (una trentina gli addetti, ndr) per essere attrezzato a partecipare ai bandi nazionali».

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