Nobel per la pace al dissidente bielorusso Bialiatski e a due Ong attive in Russia e in Ucraina per i diritti civili
Il Comitato norvegese chiede al regime di Minsk di liberare l'attivista noto per il suo lavoro con il Viasna Human Rights Centre: un chiaro messaggio rivolto al Cremlino dopo l'avvio della guerra. Il prestigioso riconoscimento va anche all'Ukraine's Center for civil Liberties e a Memorial, la più antica organizzazione russa per la difesa dei diritti umani, fu fondata da Andrei Sakharov
OSLO. Ales Bialiatski è un attivista bielorusso noto per il suo lavoro con il Viasna Human Rights Centre of Belarus, mentre le due organizzazioni umanitarie sono il Russia's Memorial, che si occupa di commemorare le vittime del regime sovietico, e l'Ukraine's Center for civil Liberties.
Ales Bialiatski (nella foto) è un dissidente attivista bielorusso noto per il suo lavoro con il Viasna Human Rights Centre of Belarus, mentre le due organizzazioni umanitarie sono il Russia's Memorial e l'Ukraine's Center for civil Liberties (Ccl).
Il Comitato per il Nobel ha chiesto alla Bielorussia la liberazione di Beliatski.
Nel dicembre scorso la Corte Suprema russa ha ordinato la chiusura di Memorial, la più antica organizzazione per la difesa dei diritti umani russa fondata durante la perestrojka da Andrei Sakharov. L'ong è accusata dal regime di agire come "agente straniero" che riceve finanziamenti dall'estero.
L'Onu, l'Ue e gran parte della comunità internazionale si sono espressi contro lo smantellamento dell'ong.
Il giudice ha ordinato la chiusura di Memorial International, sia la struttura centrale sia le sue sedi regionali, per non aver contrassegnato tutte le sue pubblicazioni con l'etichetta di "agente estero" come richiesto dalla legge. La dibattuta legislazione russa sull'"agente estero" definisce le organizzazioni che ricevono fondi internazionali come azioni contrarie agli interessi della Russia. La decisione del tribunale è il colpo più duro subito dall'organizzazione fondata nel 1989 da dissidenti sovietici tra cui il premio nobel per la pace Andrei Sakharov. L'avvocato Maria Eismont ha affermato che la chiusura è un "segnale molto negativo", ma ha aggiunto che Memorial farà ricorso e proseguirà con il suo lavoro. "Questa non è la fine", ha detto ai giornalisti.
"International Memorial è un'organizzazione per i diritti umani molto rispettata che ha lavorato instancabilmente per documentare le atrocità e la repressione politica compiute sotto il governo di Joseph Stalin e di altri leader sovietici. Chiudendo l'organizzazione, le autorità russe calpestano la memoria di milioni di vittime perse nel Gulag", aveva dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l'Europa orientale e l'Asia centrale reagendo alla notizia che la Corte suprema russa ha ordinato la chiusura dell'organizzazione della società civile. "L'uso da parte delle autorità della legge sugli 'agenti stranieri' per sciogliere l'organizzazione è un attacco sfacciato alla società civile che cerca di offuscare la memoria nazionale della repressione statale. La decisione di chiudere l'International Memorial è un grave insulto per le vittime del Gulag russo e deve essere immediatamente annullata", aveva aggiunto.