Carburante / Crisi

Carissimo metano, il pieno alle stelle: in pochi mesi il prezzo al chilo è passato da 1 a 4,5 euro

I pesanti rincari colpiscono duro anche i distributori: clientela dimezzata e il guadagno già risicato viene “mangiato” dalle commissioni per i pagamenti elettronici

di Mara Deimichei

TRENTO. Se chi guida una macchina a metano è preoccupato, non ride (anzi) chi il metano lo vende. Il prezzo al chilo nel giro di qualche mese è aumentato anche di 4 volte, ma il distributore non guadagna come si potrebbe pensare. Il quadro lo chiarisce Diego Degasperi (nella foto) che da 11 anni gestisce la stazione Eni sulla tangenziale sud assieme a Luca Tomasi.

Il punto è semplice: il guadagno del distributore si calcola sui chili venduti e non su quanto paga alla cassa l'automobilista. Quindi a chi eroga metano - ma vale anche per gli altri carburanti - che il prezzo al chilo sia di 0,999 euro o di 3,5 euro non cambia nulla. «Anzi - spiega Degasperi - con in prezzo alto sono crollati i clienti. Diciamo, per fare una media, che se prima si vendevano 1600 chili al giorno con l'aumento del prezzo si è scesi a 600 e ora siamo fra i 250 e i 300».

Con inevitabili riflessi anche sulla vendita di benzina (chi fa metano, magari approfitta delle pompe vicine per mettere una decina di euro nel secondo serbatoio) e sul bar. Ma torniamo sulla questione guadagni per dare un'idea chiara della situazione difficile e imprenditorialmente insostenibile.

«Se un automobilista paga 50 euro per 14,26 chili di metano, il mio guadagno è di 28,5 centesimi al netto di un forfait calcolato per le spese che bisogna sostenere. Se poi salda con il bancomat devo pagare io per l'operazione uno 0,3% che sale anche fino all'1% con alcune carte di credito e diventa ancora più oneroso per me con le carte carburante».

Quindi meno litri di metano venduti, meno guadagni e in più le commissioni per le transazioni che riducono ulteriormente il margine di guadagno. Da qui la provocazione con un cartello appiccicato alla pompa di metano e la richiesta di pagare in contanti. «In più il distributore di metano prevede la presenza costante di qualcuno dall'alba a sera e quindi i costi, in tutti i sensi, aumentano ancora di più».

E l'opzione "chiudiamo tutto" in tangenziale sud non c'è. «No perché siamo un servizio e no perché l'Eni, se io dovessi chiudere o anche decidere un aumento del prezzo tale da ridurre l'impatto dei pagamenti elettronici, straccerebbe il mio contratto. E quindi si va avanti ma non per molto.... Probabilmente si chiuderà anche questa pompa perché lavorare in perdita non è ragionevolmente possibile».

Non va meglio all'impianto di Campotrentino, Trento nord, dove il prezzo al chilo è schizzato a 4,99 euro per poi "scendere" a 4,49, ma se potesse il gestore chiuderebbe le pompe.

«Ho due dipendenti ed è dura. Il margine di guadagno è risicatissimo - spiega il gestore - i costi di gestione dei pagamenti elettronici pesano molto e i clienti non sono crollati, siamo vicini allo zero. Diciamo che nei giorni buoni facciamo 10 chili». Che sono quelli che servono neppure per il pieno di una Panda. «Chiudere sarebbe la cosa più logica da fare da un punto di visita imprenditoriale - conclude - , ma siamo un servizio, non possiamo».

E se per chi vende metano al dettaglio il momento è difficile non ridono quelli che guidano una macchina a metano. Perché con la benzina sui 1,650 euro al chilo e i prezzi del gas che schizzano verso l'alto, la convenienza non c'è più. Il sito motor1.com ha effettuato alcuni calcoli.

Il primo esempio riguarda la Fiat Panda. Secondo le indicazioni del costruttore, la vettura consuma 4 litri di benzina e 3,5 Kg di metano ogni 100 chilometri. Per coprire questa distanza a benzina, al momento, servono poco meno i 7 euro. Con il metano a 3,5 si è sopra i 12. Si passa poi alla Volkswagen Polo che consuma 5,2 litri di benzina e 3,6 kg di metano per coprire la distanza di 100 km.

Si spendono così meno di 9 euro, sempre sopra il 12 per il metano. Insomma, è tempo di calcoli per gli automobilisti. Con il prezzo del gas sotto i due euro il discorso cambia in termini di convenienza ma molti di quelli che guidano un'auto a metano l'acquisto lo hanno fatto quando il prezzo al chilo era sotto l'euro e quindi si faceva il pieno senza alcun dubbio.

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