Elezioni / Scenari

FdI sfonda e Urzì apre il fronte provinciali: «Per il 2023 sul presidente non c’è nulla di deciso»

Il commissario di Fratelli d'Italia all'attacco: "Prendo atto che la leghista Martina Loss non è stata eletta anche perché forze della coalizione hanno fatto votare altri"

L'ANALISI Si riapre la partita delle Provinciali
TENSIONE Cia: "Fugatti si decida a confrontarsi con noi"

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Il senatore - pardon ora onorevole - Andrea de Bertoldi - è per natura una persona sorridente e gioviale. Ma lunedì era l’uomo più felice del mondo, non solo per la sua rielezione, su cui non ha mai avuto grossi timori, ma per un risultato che la destra trentina non aveva mai visto, come hanno sottolineato i militanti più anziani di Fratelli d’Italia al brindisi con il neoeletto, nella sede storica di Alleanza nazionale, in passaggio Zippel a Trento.

Non c’era la capolista al proporzionale Alessia Ambrosi, per scaramanzia, visto che era ancora in attesa dell’ufficialità del seggio, che ha sfilato a Diego Binelli, deputato e commissario della Lega, perfetta ciliegina sulla torta per l’ex leghista che per mesi si è sentita addosso l’ostracismo dei leghisti.

Il commissario Alessandro Urzì è stato eletto in Veneto nel listino (subentrerà alla capolista Maria Cristina Caretta eletta anche nell’uninominale). E ora FdI in regione conta tre parlamentari e la Lega solo due.

Commissario Urzì, anche in Trentino Fratelli d’Italia ha fatto il botto a discapito della Lega. Ora farete pesare il vostro risultato?

Il dato oggettivo è che Fratelli d’Italia ha vinto la sanissima competizione interna alla coalizione, ma questo non mette affatto in discussione, anzi rafforza il centrodestra a livello provinciale. Questo voto dei trentini attribuisce infatti con chiarezza un ruolo di maggiore responsabilità a Fratelli d’Italia, che però a Trento come a Roma non governa da solo. Ma servono impegni politici e programmatici chiari.

A livello nazionale vi siete dati la regola che il primo partito della coalizione esprime il premier, Giorgia Meloni. Vale anche per la Provincia?

La regola vale per le elezioni politiche, mentre per le amministrative il centrodestra tende a riconoscere la continuità, quindi la ricandidatura del presidente uscente. Ma i nostri alleati questa regola l’hanno rimessa in discussione, ad esempio, in Sicilia per il nostro presidente Musumeci.

Quindi potreste proporre un vostro candidato?

Non è stata presa alcuna decisione in coalizione su Fugatti come candidato presidente. Noi siamo parte della maggioranza, ma non della giunta, dove non chiediamo di entrare, ma alla luce del risultato ottenuto intendiamo introdurre delle questioni che ci stanno a cuore, sul tema della sanità, delle infrastrutture e magari misure più adeguate per fare fronte al caro bollette rispetto a quelle pensate fino ad ora dalla giunta Fugatti, per costruire insieme il programma e - senza pregiudiziali verso nessuno né Fugatti né altri - riteniamo che serva una figura in grado di garantire l’immagine del progetto.

Siete disponibili a considerare un allargamento della coalizione al Patt?

Vedo che il Patt non si è schiodato da un risultato del 5%, che aveva ottenuto nel 2018, e questo perché ha pagato due cose: la sua superbia, nel senso che ha scelto di scimmiottare la linea della Svp, demonizzando Fratelli d’Italia. E in secondo luogo perché, scollegandosi dal centrodestra, che governerà a Roma, ha assunto una posizione suicida per chi in Trentino dice di voler tutelare l’autonomia a livello nazionale oltre ad aver fatto campagna elettorale per un altoatesino della Svp, come Dieter Steger, partito che ha detto che l’autonomia è solo a tutela di ladini e tedeschi. Spiace per la marginalità e l’ininfluenza politica che hanno scelto, chiudendosi in un angolo.

Quindi niente Patt in coalizione?

Noi abbiamo grande simpatia per il popolo autonomista, ma non ci facciamo prendere a sberloni. Si facciano un esame di coscienza se vogliono costruire con noi un progetto concreto per il trentino e senza partire dalla richiesta di posti di sottogoverno o assessorati per il Patt, perché sarebbe il modo sbagliato per cominciare un dialogo.

Voi avete stoppato la candidatura del vicepresidente della Provincia, Mario Tonina, con Svp-Patt a Rovereto. Pensate di chiedere un chiarimento politico a Progetto Trentino?

Su Tonina è il caso che si apra un ragionamento serio in coalizione. Prendo atto che abbiamo perso la senatrice della Lega, Martina Loss, perché c’erano forze della coalizione che hanno rubato voti potenziali per darli a candidati di altre liste. Forse con i voti di Progetto Trentino avrebbe vinto.

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