Energia / Crisi

Costi quadruplicati, gelati a rischio. Gottardi (La Delizia): “Difficile andare avanti così”

Anche la gelateria in via Mazzini è in forte difficoltà: a luglio di un anno fa la bolletta era di 1.282 euro diventati 4.300 quest’anno. Il titolare: “Se dovessi parametrare i prezzi agli aumenti che ho subito, dovrei mettere una pallina di gelato a tre euro”

DECISIONE 40 milioni di euro dalla Provincia per dimezzare le bollette
 

TRENTO. Fornelli, gas, riscaldamento, grandi i pianti produttivi. Ma non solo. Anche una piccola gelateria artigianale ha dei costi energetici molto elevati. Mauro Gottardi, originario di Salorno, gestisce da una ventina d'anni la gelateria per asporto La Delizia, nella centralissima Via Mazzini. D'estate l'apertura va dalle dieci del mattino a mezzanotte. Lui è in laboratorio da prima dell'apertura, per preparare i gelati, alle 18, quando lascia dietro il bancone una giovane collaboratrice.

Il locale non è grande, ma anche qui il costo impazzito dell'energia ha portato delle bollette astronomiche. Gottardi ci mostra la bolletta di luglio 2022: quasi 4.300 euro di elettricità per 7.700 kilowatt. Nello stesso mese del 2021 aveva consumato un po' meno: sui 6.000 kilowatt. Ma la bolletta era praticamente un quarto: 1.282 euro.

Scartabellando tra le scartoffie, Mauro Gottardi affianca anche le bollette del mese di giugno: nel 2021, 1.342 euro per 5.900 kilowatt; nel 2022 sfiorati i tremila euro per 7.200 kilowatt consumati. «Oltre al paragone tra 2022 e 2021 - sottolinea Gottardi sconsolato - fa impressione vedere quanto è aumentata l'energia tra giugno e luglio di questo stesso anno: quasi il 50% in più».

Per risparmiare non c'è troppo spazio per ingegnarsi: «L'aria condizionata serve, anche per compensare il caldo creato dai sistemi elettrici dei frighi, i frigoriferi devono restare accesi per conservare il gelato e sono molto energivori, i macchinari per produrre il gelato non restano in funzione tutto il giorno ma tutti i giorni sì». In un piccolo laboratorio come il suo ci sono in funzione ben dieci frighi, compresa la vetrina frigo dove i gelati occhieggiano verso il cliente dalle invitanti vaschette. Ci sono poi i «montapanna» e i cosiddetti «granitori», i macchinari che conservano le granite.

«Come se non bastasse - aggiunge l'imprenditore - ci sono i costi delle materie prime aumentati di continuo: dal latte oltre i due euro al litro alla frutta al cioccolato».

Ecco: il cioccolato. Gottardi tiene aperto undici mesi su dodici. Chiude solo in gennaio. E in inverno propone cioccolato, biscotti, alcuni dolci, anche ai turisti dei mercatini natalizi. «Il cioccolato veniva 49 euro al chilo, ma è già salito a 59. I clienti storceranno il naso, ma non c'era alternativa agli aumenti. Per il gelato abbiamo ritoccato il cono a due palline da 2,50 euro a 2,80. Una famiglia composta da genitori e due bambini spende 11 euro... non tutti possono permetterselo. Se dovessi parametrare i prezzi agli aumenti che ho subito, dovrei mettere una pallina di gelato a tre euro. Capite che diventa insostenibile per i clienti. Io ho tre figli e anch'io ho le bollette di casa altrettanto aumentate, come tutti».

Per fortuna gli affari sono andati e stanno andando bene: «Erano anni che non si lavorava così bene - ammette Gottardi - perché dopo il Covid c'era voglia di uscire e il bel tempo e il caldo ci hanno aiutati. Per qualche mese, stringendo i denti, si può sostenere persino una serie di bollette folli come quelle che stiamo ricevendo. Ma se la situazione non si normalizza, quest'inverno saremo in tanti a domandarci se conviene lavorare tutti i giorni, stare in negozio dodici ore, per pagare tasse e bollette... Anche i costi delle transazioni Pos obbligatorio incidono per diverse centinaia di euro al mese. Va bene la tracciabilità, ma perché devono guadagnarci solo le banche?».

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