Trasporti / Il caso

Il mistero delle ruote dei treni, che ha fermato la linea della Valsugana: incontro con le Ferrovie, nel mirino i «Minuetto»

Bufera politica. L’assessore ai Trasporti Gottardi smorza i toni, ma il presidente di Trentino Trasporti parla dei lavori ai binari. E in Consiglio provinciale fioccano le interrogazioni sul disservizio

ALLARME Ecco cosa scrivevamo un anno fa

TRENTO. E’ un mistero ed ora sta diventando un caso politico la questione della linea della Valsugana interrotta per manutenzione fino al prossimo 12 settembre. Anche ieri qualche disagio si è creato, nell’utenza, con autobus soprattutto al mattino. E mentre i sindacati parlando di «rimpallo di responsabilità - accusa Nicola Petrolli (Uil) - che alla fine penalizza lavoratori e utenza», iniziano le prese di posizione dei consiglieri provinciali.

I primi a muoversi sono Lucia Coppola (Verdi) che in un’interrogazione ad hoc chiede conto alla giunta provinciale della situazione e Filippo Degasperi, che invece accusa l’esecutivo Fugatti in sintesi di non aver previsto una situazione ampiamente prevedibile: «Solo in Trenino - osserva caustico - non sanno che i Minuetto hanno bisogno di manutenzione».

E mentre la questione è destinata ad approdare in consiglio provinciale, piazza Dante avrà oggi un primo confronto con Rfi, mentre l’assessore Mattia Gottardi annuncia a breve un incontro anche con i sindacati. Ma è chiaro che è soprattutto il vertice con le Ferrovie di oggi che si attende, anche per capire quanto il termine del 12 settembre sia realistico, per il ritorno alla normalità del servizio. Il perché è semplice: se c’è anche solo il rischio che si slitti più avanti, si dovrà ragionare di organizzare i trasporti verso le scuole.

La questione è nota: il servizio ferroviario sulla linea della Valsugana è sospeso e temporaneamente sostituito con i pullman. Ieri, secondo giorno di nuovo servizio così rivisto, qualche cosa da ritarare c’è, anche perché l’utenza non è ancora tutta informata del cambio di modalità di trasporto. Mentre si cercherà di capire come migliorare, si apre la questione, tutta politica, del perché siamo a questo punto.

Il presidente di Trentino Trasporti Diego Salvatore dalle colonne de l’Adige ha parlato di usura aumentata per via dell’infrastruttura ferroviaria. Ma c’è chi chiede di avere qualche dettaglio in più. Perché la logica conseguenza delle parole del presidente, è che l’usura anomala si è verificata dopo la sostituzione dei binari, completata dalle Ferrovie dello Stato. Che però ripetono: i lavori sono stati eseguiti a regola d’arte.

Parla di psicodramma estivo il consigliere di Onda Filippo Degasperi in un’interrogazione depositata ieri. «Si tratta di una linea che ogni estate subisce interruzioni per “lavori” e “investimenti” di cui non si capisce bene lo scopo visto che nulla cambia quanto alla qualità del servizio - osserva Degasperi - Si parla sempre di elettrificazione ma anche qui i 60 milioni disponibili rimangono sorprendentemente inutilizzati».

E sui lavori di questi giorni: «La linea è di nuovo ferma. Stavolta la scusa non sono i canonici “lavori per l’elettrificazione” ma l’usura delle ruote. Ciò che stupisce è la sorpresa dei vertici della Provincia e Trentino Trasporti e di chi li asseconda. Sorprende che non sapessero che la precoce usura dei bordini delle ruote fosse un problema noto che affligge da sempre i treni Alstom Minuetto. Piemonte, Valle d’Aosta, Sicilia, Abruzzo, Toscana hanno ovviato nell’unico modo possibile: aumentare la frequenza di tornitura.  Solo a Trento dirigenti, direttori, assessori e presidenti sono caduti dalle nuvole».

A fronte di ciò Degasperi interroga per sapere «quando e se si pensa di procedere alla sostituzione dei Minuetto», che verifiche si faranno circa le responsabilità, come si ovvierà al disservizio. Sulla stessa lunghezza d’onda Lucia Coppola, che parla di «fatto grave» e ricorda «il ritardo non più ammissibile, della progettata officina ferroviaria di Trentino Trasporti a Spini di Gardolo» e chiede conto di quanto sta accadendo: quali le cause e le responsabilità, quali i provvedimenti in animo della giunta, entro quale data sarà ripristinato il servizio, se non si ritenga la ferrovia della Valsugana una valida alternativa alla Valdastico per il collegamento tra interporti e porti veneti e il corridoio scandinavo. Dal fronte giunta, l’assessore provinciale ai trasporti Mattia Gottardi cerca di gettare acqua sul fuoco: «Abbiamo già più volte scritto a Rfi ed a brevissimo li incontreremo. Nei prossimi giorni è intenzione della Provincia organizzare anche un incontro con i sindacati per un confronto e per risolvere le criticità».

Il primo confronto con Rfi dovrebbe essere già oggi. Intanto incombe l’avvio della scuola. Per quel giorno i treni serviranno, in funzione.

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