Politica / Il caso

Vitalizi, 31 ex consiglieri regionali e provinciali non hanno ancora restituito

La maggior parte sono esponenti altoatesini, ma ci sono anche trentini, tra cui gli eredi della defunta Claudia Piccoli e di Eugenio Binelli. La precisazione di Claudio Taverna: "In virtù del contenzioso giudiziario in corso, io sono creditore del consiglio, non debitore"

PACCHER "I soldi andranno a chi è in difficoltà"

TRENTO. Sono 26 gli ex consiglieri regionali/provinciali trentini e altoatesini, a cui si aggiungono gli eredi di altri 5 "ex" ormai deceduti, che resistono strenuamente da otto anni e non hanno ancora restituito alle casse pubbliche l'anticipo dei vitalizi attualizzati ricevuti, in base ai tagli decisi con la legge regionale riformata nel 2014.

Complessivamente si tratta di quasi 8 milioni di euro che ancora mancano all'appello e che quindi non possono essere destinati al Fondo regionale per le famiglie e l'occupazione che è stato alimentato in questi anni dalle restituzioni degli altri consiglieri raggiungendo la quota (come riportato dal bilancio di previsione 2022 della Regione) di circa 35 milioni di euro di cui ne sono stati spesi fino ad ora 15 milioni, divisi a metà tra le due Province di Trento e Bolzano.

Il dato sugli ex consiglieri che non ne vogliono sapere di restituire i soldi è stato fornito dal presidente del consiglio regionale Josef Noggler (Svp) nella risposta a una interrogazione presentata dai due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Diego Nicolini e Alex Marini. Nella risposta, per la verità, Noggler ha fornito l'elenco delle cifre mancanti senza indicare il nome dei consiglieri tenuti alle restituzioni, sostenendo di non poter fornire i nominativi perché «in merito all'applicazione della normativa in materia di trattamento economico e previdenziale di consiglieri ed ex consiglieri è in corso un contenzioso giudiziario».

Ma se Noggler ha cercato così di proteggere i nomi dei consiglieri, che pur di non restituire hanno fatto causa al consiglio regionale, per fortuna il suo predecessore e compianto Diego Moltrer (Patt), che più di tutti nel 2014 si era battuto per rimediare allo "scandalo" delle cifre stratosferiche anticipate con la legge del 2012, è stato più trasparente e a suo tempo aveva fornito nel dettaglio gli elenchi con tutte le cifre e i nomi di quanto i singoli consiglieri o ex consiglieri erano tenuti a restituire e quelle cifre dunque erano già note. Facile dunque risalire ai nomi di chi ancora si sta tenendo quelle somme.

La maggior parte sono consiglieri provinciali altoatesini, ma ci sono anche nove trentini, tra cui gli eredi della defunta Claudia Piccoli e di Eugenio Binelli. Fra i trentini, chi è chiamato a restituire la cifra più alta è l'ex consigliere di Forza Italia, Mauro Delladio, che deve oltre 462.000 euro. Seguono l'autonomista Sergio Muraro con 232.545,99 euro e l'ex presidente autonomista della Regione e della Provincia, Carlo Andreotti, che fino ad ora non ha voluto restituire 197.733,67 euro.

Di seguito, a breve distanza, si trovano l'ex assessore provinciale della Margherita alla Sanità, Mario Magnani, con oltre 184.327,44 euro e poi Claudio Taverna con 183.533,29 euro.

Taverna ha condotto la battaglia contro le restituzioni attraverso i ricorsi al tribunale, avviando un contenzioso con il consiglio regionale e la Regione che è ancora aperto, nonostante la sentenza della Corte costituzionale del giugno scorso, che ha stabilito che il taglio dei vitalizi degli ex consiglieri regionali è legittimo e trova una «ragionevole giustificazione nelle esigenze di contenimento della spesa, di sobrietà ed equità, già presenti nella legislazione dello Stato» e non lede dunque il principio del legittimo affidamento al quale si erano aggrappati gli ex consiglieri, sostenendo che la norma sulle restituzioni era incostituzionale. L. P.

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LA PRECISAZIONE DI CLAUDIO TAVERNA:

"IO SONO CREDITORE, NON DEBITORE DEL CONSIGLIO"

Dopo la pubblicazione dell'articolo, l'ex consigliere Claudio Taverna ha inviato alla redazione dell'Adige la seguente precisazione.

"Nell’articolo in parola, i riferimenti alla mia persona sono errati.

In primo luogo, non sono il presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali. In secondo luogo, non sono debitore verso il consiglio regionale di 183.533,29€ (vedi tabella e testo).

Infatti, il presidente Noggler, nella risposta all’interrogazione Nicolini e Marini, correttamente scrive “....in merito all’applicazione della normativa in materia di trattamento economico e previdenziale di Consiglieri ed ex Consiglieri è in corso un contenzioso giudiziario”.

In virtù di quel contenzioso promosso per errori commessi a mio danno dal consiglio regionale nel conteggio della capitalizzazione del vitalizio e delle relative imposte, il sottoscritto è invece creditore

È appena il caso di ricordare che la vertenza in corso esula dalla sentenza n. 108/219 della Corte costituzionale che mi riguarda come attualizzato.

Claudio Taverna".

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