Rifiuti / L’emergenza

Termovalorizzatore, si farà ma non si sa dove: via libera dei Comuni al piano provinciale

Per garantire lo smaltimento in impianti esterni di tutto il secco residuo prodotto sul territorio provinciale, la tariffa dovrebbe passare dagli attuali 225 euro a 300. A tonnellata

FUGATTI "Inceneritore, va fatto al più presto"

TRENTO. Il nodo non è stato sciolto. Se qualcuno sperava di poter sapere quale sarà il comune trentino che ospiterà (se verrà fatto) l'impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati (termovalorizzatore), è stato deluso. Il vicepresidente della Provincia Mario Tonina ha ascoltato le osservazione votate a larga maggioranza (24 i sì e un'astensione) dal Cal, il consiglio delle autonomie locali, ma indicazioni geografiche non ne ha date. Ma ha fatto due conti.

«Forse la discarica di Monclassico potrà raccogliere ancora rifiuti - ha spiegato - ma potrà farlo al massimo per pochi giorni. Abbiamo esaurito i nostri spazi e bisogna trovare soluzioni al più presto. È stata rinnovata la convenzione con Bolzano ma là andranno 10/20mila tonnellate di indifferenziata. E il Trentino ne produce oltre 60mila l'anno. Quindi alternativa vanno trovate e l'idea di esportare rifiuti non sembra così facilmente percorribile. Perché? «Perché una buona parte delle gare è andata deserta».

Rifiuti, Fugatti deciso: «Ecco perché l’inceneritore serve»

Il Trentino deve essere in grado di chiudere “in casa” il ciclo dei propri rifiuti, Perché esportarli non sarà più sostenibile. Il presidente Maurizio Fugatti spiega le ragioni a favore della realizzazione di un termovalorizzatore.

E comunque i costi sono lievitati. E non poco. Il dato lo ha fornito nelle sue osservazioni l'Agenzia provinciale per la depurazione, servizio gestione impianti. Che a metà aprile, nelle sue osservazioni al quinto aggiornamento del piano, aveva evidenziato come il costo dell' "esportazione" del rifiuti abbia subito un sensibile aumento. E fa un esempio. Una gara composta da tre lotti, due da 5mila tonnellate e uno da 10mila ha visto la partecipazione di un solo concorrente per un solo lotto (uno dei due da 5mila) e con un ribasso molto contenuto rispetto alla base d'asta di 180 euro alla tonnellata.

Da qui l'ipotesi dell'Agenzia: per garantire lo smaltimento in impianti esterni di tutto il secco residuo prodotto sul territorio provinciale, la tariffa dovrebbe passare dagli attuali 225 euro a 300. A tonnellata. Ma torniamo al Consiglio delle autonomie locali che nelle osservazioni «reputa indispensabile che si definisca, entro breve tempo, la chiusura del ciclo della gestione del rifiuto urbano residuo sul territorio provinciale».

E prendendo atto della decisione della Giunta provinciale di definire, entro fine anno, le strategie di medio-lungo termine nella gestione della frazione indifferenziata dei rifiuti c'è la richiesta che vengano approfonditi alcuni punti. Il primo è forse scontato: individuare la localizzazione impianto. E quindi stimare l'impatto economico, ambientale, sanitario, energetico, viabilistico sul territorio che ospiterà l'impianto e introdurre congrue forme di ristoro.

Poi si chiede di «indicare l'adeguato-ottimale dimensionamento dell'impianto in base al fabbisogno del territorio trentino con le possibili conseguenze in caso di sovrastima» e quindi l'eventuale necessità di reperire conferimento di rifiuti da trattare dall'esterno. La quarta richiesta riguarda la necessità di approfondire le conseguenze dello scenario alternativo all'impianto.

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