Sanità / Il caso

Centrale emergenza, allarme della Cgil: "Solo un operatore per chiamata (invece di due) e i tempi si allungano"

Il sindacato chiede un incontro all'assessora alla salute Stefania Segnana e all'Azienda sanitaria: il sistema adottato, sul modello americano, date le classificazioni delle chiamate implica anche un boom del numero di interventi sul territorio, specie in alta stagione turistica, "con invio più frequente di ambulanze, che dunque scarseggiano"

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TRENTO. Ancora critiche e allarmi sul sistema sanitario trentino. Questa volta si tratta dell'emergenza.

La Funzione pubblica Cgil, con Gianna Colle e Marco Cont, lancia l'allarme per la Centrale emergenza sanitaria del Trentino.

In sintesi: il Medical priority dispatch system (Mpds) è ispirato a procedure nate negli Stati Uniti e prevede la presenza di un operatore che prende la chiamata (call taker) e di un secondo operatore che attiva i soccorsi (call dispatcher).

In Trentino - sottolinea il sindacato in una nota - le due cose le deve fare un operatore solo, a meno che non ci sia un collega libero, al tavolo di fianco, pronto a dare una mano.

Viene chiesto un incontro all'assessora alla salute Stefania Segnana e all'Azienda sanitaria: "Per tutelare gli infermieri e anche per evitare che la loro professionalità venga mortificata", prosegue la nota.

Altro problema: il sistema "americano" - dice ancora il sindacato - essendo calibrato sui laici, è molto più prudenziale nel valutare la gravità degli interventi e tende ad attribuire più codici rossi. Questo significa invio più frequente di ambulanze, che dunque scarseggiano. Pensiamo soprattutto alle giornate più intense: quelle dei fine settimana di alta stagione estiva e invernale che, tra sci e sport outdoor, portano all'esplosione del numero di interventi. I dati dell'allarme. A un anno dall'introduzione del nuovo sistema, emerge l'allungamento nei tempi di evasione delle chiamate: ad alcune si dà risposta dopo ben 180 secondi.

Fp Cgil ribadisce poi l'allarme per la crescente fuga di medici e professionisti dalla sanità trentina. Chiede anche, per gli operatori della Centrale sanitaria, l'attivazione dello psicologo del lavoro per supportare chi è sottoposto quotidianamente a fortissimi stress professionali ma anche emotivi: inevitabili per chi presta soccorso a feriti e infortunati.

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