Turismo / Il caso

Famiglia trentina delusa dal resort delle vacanze ottiene un risarcimento da mille euro

Il giudice di pace di Trento dà ragione agli ospiti di una struttura rimasti amareggiati, in particolare,ai turisti era la chiusura per manutenzione della tanto pubblicizzata area giochi nel verde. Nella sentenza si sottolinea, fra l'altro, proprio gli aspetti riguardanti l'offerta che doveva essere a misura di bambino

TRENTO. Quanto vale una vacanza rovinata quando sono soprattutto i piccoli della famiglia a soffrire per la mancanze della struttura? Per il giudice di pace di Trento, la delusione vale 1000 euro. A tanto ammonta il risarcimento che ha deciso a favore di una famiglia trentina che al ritorno dalla settimana di ferie non era affatto contenta. E che chiedeva di vedersi restituire dal gestore della struttura almeno metà di quanto pagato, ossia poco più di 700 euro.

E l’aspetto che ha causa maggior amarezza ai turisti era la chiusura della tanto pubblicizzata dell’area giochi. Chiusa per manutenzione, si è giustificato chi quel pacchetto lo aveva venduto. Una “scusa” che non è stata valutata positivamente dal giudice di pace. I fatti risalgono al 2019 quando la famiglia trentina, dopo aver vagliato diverse alternative, opta per trascorrere una settimana di vacanze all’interno di un “family resort” immerso nel verde pensando soprattutto al divertimento e al benessere del piccolo di famiglia.

«Migliora la tua qualità di vita fai star bene i tuoi bimbi» questa la presentazione della struttura che viene riportata anche in sentenza. Tutto perfetto, prenotazione fatta. Ma non tutto è andato come era programmato e sperato. E al ritorno a casa parte la causa da parte della famiglia per chiedere un risarcimento per “vacanza rovinata”.

I punti che vengono posti all’attenzione del giudice di pace riguardano la presenza di muffa e di sporcizia. Accusa rispedita al mittente dalla struttura con la produzione dei documenti relativi ai periodici controlli. Il secondo punto di malcontento riguardava le pulizie ma - questa la risposta del resort - queste «non erano previste per tutte le giornate a partire dall'arrivo dei clienti in struttura, bensì nelle vacanze di durata settimanale, solamente il quarto giorno della vacanza era prevista la pulizia a fondo della camera con cambio della biancheria».

E poi il punto legato al bambino. Ossia la non fruibilità dell’area giochi che in quel periodo era in manutenzione. Modesti disagi che rientrerebbero nei limiti della ordinaria tollerabilità secondo i gestori della struttura. Anche perché la famiglia avrebbe comunque soggiornato tutti i giorni prenotati. Non di questo avviso il giudice di pace. Che in sentenza spiega: «Il catalogo mostra effettivamente una struttura ben curata e a misura di bambino. Il tutto, però, pare parzialmente smentito dai rilievi fotografici prodotti, dai quali è possibile evincere differenze tra i servizi pubblicizzati, e quelli effettivamente offerti, non di "normale tollerabilità" e/o "di scarsa importanza", specialmente per i bambini».

Da qui la decisione di dare corso alle richieste della famiglia e di fissare in risarcimento in mille euro di cui 707,39 euro pari al 50% del costo totale del servizio acquistato, oltre al pagamento delle spese di lite (500 euro). Ma. D.

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