Salute / Allarme

Screening mammografico anche alle anziane. Ma non c'è personale per farli, visite «diluite» nel tempo, le più giovani fra… due o tre anni

La Provincia ha recepito le linee guida europee, ampliata la fascia di indagine contro i tumori (portata da 50-69 a 45-74 anni), ma il sistema è bloccato dalla carenza di personale e l’esame anti-cancro si fa attendere

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. La Consulta provinciale per la salute già due anni fa chiedeva all' Azienda sanitaria e alla Provincia di allargare la fascia di età delle donne coinvolte nello screening mammografico per il contrasto al tumore della mammella, come già avvenuto in altre Regioni. Finalmente, venerdì scorso la giunta provinciale ha adottato un provvedimento che va in questa direzione. Purtroppo, però, si scopre che l'estensione dello screening a tutte le donne dai 45 ai 74 anni come previsto dalle linee guida europee (oggi è dai 50 ai 69 anni) avverrà "a rate", ovvero diluite nell'arco di quattro anni e non invece tutte subito.

E questo semplicemente - si legge tra le righe delle motivazioni fornite dall'Azienda sanitaria - per carenza di personale, perché con la dotazione attuale non si riuscirebbe a garantire lo screening per tutte queste donne. Evidentemente la Provincia e l'Azienda sanitaria hanno altre priorità su cui dirottare le forze e le risorse disponibili, invece che cercare individuare precocemente il cancro al seno, che colpisce ancora tante donne.

L'allargamento della prevenzione dunque ci sarà, ma avverrà per gradi.L'Azienda sanitaria, infatti, pur tenendo conto che «le linee guida europee ritengono opportuno lo screening mammografico per donne di 45-74 anni» e che questa indicazione «era già recepita nel precedente Piano nazionale della prevenzione 2014-2018» e poi in quello 2020-2025, così come «nel Piano provinciale della prevenzione 2021-2015», ha proposto alla giunta provinciale che «l'ampliamento delle fasce di età avvenga in maniera progressiva, con un'offerta di screening che dovrà essere ampliata in via preferenziale per le donne della fascia 70-74 anni e, in seguito, previa acquisizione delle risorse professionali necessarie, per le donne della fascia 45-49 anni, sempre con intervallo biennale».Gli indicatori per le fasce 45-49 e 70-74 sono già stati inseriti nel nuovo sistema garanzia Lea (Livelli essenziali di assistenza).

Le fasce ci sono, ma per il servizio le donne che hanno queste età dovranno aspettare.

Più nello specifico, l'Azienda sanitaria propone pertanto, «alla luce delle evidenze di letteratura e in risposta alle linee di indirizzo nazionali, nonché in un'ottica di efficientamento dell'Unità operativa di senologia clinica e screening mammografico, l'ampliamento dell'estensione dello screening, cominciando con le donne di 70-74 anni».

Verrà data dunque priorità alle donne più in là con gli anni rispetto alle quarantenni e comunque anche in questa fascia in due tappe. Entro il dicembre di quest'anno infatti verranno chiamate per fare la mammografia le donne con età 73-74 anni, mentre le donne con età 70-72 anni dovranno attendere entro il dicembre 2023.

Le più giovani, invece, dovranno attendere la chiamata addirittura fra due-tre anni. Chi ha 45-47 anni entro il dicembre 2024, le ultime saranno le donne di 48-49 anni alle quali sarà allargato lo screening entro il dicembre 2025. Solo fra tre anni, dunque, l'ampliamento entrerà a regime.

La giunta provinciale, su proposta dell'assessora alla salute Stefania Segnana, ha fatto propria questa tempistica sull'adozione del raccomandato ampliamento della fascia di età per la diagnosi precoce del tumore al seno tramite mammografia, che in altre Regioni, invece, è già una realtà come ad esempio in Emilia Romagna, in Toscana e Piemonte. D'intesa con le associazioni Lilt e Anvolt del Trentino la Consulta della salute aveva sollecitato l'ampliamento dello screening. Dopo due anni c'è stato almeno un primo passo.

L'ANNUNCIO TRIONFALE

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