Salute / Analisi

Ospedali di valle, punti nascita sull'orlo del baratro. Lo dice l'Azienda Sanitaria

Cles e Cavalese, «la continuità assistenziale è a rischio», scrive l'Azienda sanitaria: manca personale, i costosissimi incarichi in libera professione (1.152 euro a turno) non bastano e nessun medico è disponibile ad andare a lavorare lì

TRENTO. Sull'orlo del baratro. «La continuità assistenziale è a rischio», scrive l'Azienda sanitaria. Insomma, i punti nascita di Cavalese e Cles sono in seria difficoltà: manca personale, i costosissimi incarichi in libera professione (1.152 euro a turno) non bastano e nessun medico è disponibile ad andare a lavorare lì. Ma l'Azienda sanitaria, su mandato della Provincia, non molla. E come annunciato dall'Adige la scorsa settimana è stato fatto l'ennesimo bando: pronti 1,7 milioni di euro per trovare nuovi medici privati disposti ad andare in val di Non e in val di Fiemme.

Ma la delibera completa dell'Apss svela nel dettaglio la situazione drammatica dei due reparti. «La situazione di carenza di personale medico nella disciplina di Ginecologia e ostetricia presso i punti nascita degli Ospedali di Cles e Cavalese è diventata cronica e comporta notevole difficoltà nel garantire la continuità assistenziale del servizio nelle due sedi», mette nero su bianco l'Apss. Che poi fornisce in numeri: «A Cles, su un organico teorico di sette ginecologi (escluso il direttore di struttura complessa), c'è la presenza di soli tre medici operativi sulle 24 ore

A Cavalese la situazione attuale evidenzia la carenza di due ginecologi, rispetto all'organico teorico previsto (sei medici più il direttore), oltre ad un'assenza lunga».

L'Azienda sanitaria sottolinea che, senza guardare al portafoglio e senza guardare al numero dei parti, sta provando in ogni modo a tenere operativi i due reparti. «Negli ultimi tre anni abbiamo bandito 4 concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato nel profilo di Dirigente medico di disciplina Ginecologia e ostetricia, di cui l'ultimo specifico per le sedi di Cles e Cavalese, e una selezione pubblica per assunzioni a tempo determinato per l'Ospedale di Cavalese. Tuttavia le graduatorie non hanno mai permesso di soddisfare il fabbisogno nelle sedi periferiche.

Le domande di partecipazione raccolte non sono mai state più di 17, compresi gli specializzandi, che hanno rappresentato il gruppo più numeroso in ciascuna delle procedure (5 su 6 nel 2019, 16 su 17 nel 2020 e 7 su 7 nel 2021, in totale 28 su 30). Dalle scelte di sede, effettuate dai candidati al momento dell'iscrizione, è emersa in modo evidente la difficoltà di attrazione delle sedi periferiche di Cles e Cavalese: nessuno, infatti, dei candidati iscritti all'ultimo concorso indetto per tutte le sedi si è reso disponibile a prendere servizio nelle valli. Il concorso pubblico specificatamente indetto per le sedi di Cles e Cavalese, i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti il 6 giugno 2022, è andato deserto, così come anche la precedente selezione pubblica indetta per le esigenze della sede di Cavalese nel mese di agosto 2021». Così, al momento, per garantire le prestazioni ci sono 6 incarichi libero professionali, mentre il settimo è scaduto a fine maggio. «Nonostante la presenza di questi libero professionisti - scrive ancora l'Apss - la continuità assistenziale presso i punti nascita è a rischio, in particolare nel periodo estivo, perché i dipendenti hanno le ferie e la disponibilità data dai libero professionisti attualmente incaricati rischia di non garantire la copertura completa delle esigenze delle due unità operative».

E ancora: «Nell'ottica di garantire la continuità del servizio di assistenza medica ostetrico-ginecologica scongiurando eventuali interruzioni di servizio, il 14 giugno 2022 il Direttore del SOP ha richiesto l'indizione di una ulteriore selezione».

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