Chiesa / Bilancio

Diocesi di Trento, conti in rosso e l'arcivescovo parla dei beni immobili «abnormi per il loro utilizzo attuale»

La Curia ha un patrimonio di 75,6 milioni di euro, si è contenuto il passivo, di fronte ad un crollo drammatico delle elemosine (quasi la metà dell’anno scorso)

TRENTO. Un’Arcidiocesi di Trento in ripresa, con il bilancio 2021 che chiude nuovamente in perdita ma quest’ultima, rispetto a quanto registrato nel 2020, è sicuramente molto più contenuta. L’appuntamento in Curia ha segnato la pubblicazione dei dati per il quinto anno consecutivo, proseguendo su quel percorso di trasparenza già tracciato che non è solo un dovere etico, ha spiegato l’arcivescovo di Trento Monsignor Lauro Tisi, ma rappresenta anche un vero e proprio processo di costruzione di comunità, a fronte di una missione condivisa.

«Un appunto però lo voglio rivolgere anche ai giovani – ha aggiunto Tisi, – con i quali spesso mi ritrovo e mi confronto: sono il nostro futuro, ora più che mai ne sono sicuro».

Bilancio in rosso però, dicevamo, chiuso con una perdita di 71.292 euro che tuttavia, rispetto ai 592.038 euro del 2020, può dirsi decisamente più gestibile.

Complessivamente i ricavi totali sono diminuiti di 62.793 euro (somma che comunque fa registrare solo un -1% sul 2020), mentre la flessione più netta si è registrata dai contributi CEI (-18%) e soprattutto dai privati (-48%). Insomma, un calo notevolissimo delle elemosine.

Numeri ai quali, di riflesso, vanno aggiunti quelli di ricavi straordinari e vari pari a un milione e 305 mila euro relativi all’acquisizione del patrimonio della Fondazione Vigilianum, estinta nell’anno 2021. Diminuzione netta di 583.538 mila euro anche per quanto riguarda i costi complessivi (-5%), con la voce più importante relativa alla decrescita delle disponibilità di “Contributi erogati e da erogare” (-26%).

Il costo del lavoro, sottolineano infine gli operatori del settore, rappresenta il 26,6% del totale, mentre le spese per la gestione degli immobili si attestano al 44,7%.

Il patrimonio netto dell’Arcidiocesi è dunque pari a 75,6 milioni di euro, dato stabile rispetto a quanto registrato nel 2020.

Infine, nel corso della mattinata sono stati resi noti anche i numeri degli otto Enti afferenti all’Arcidiocesi stessa, ovvero, la Fondazione Comunità Solidale, il Seminario, la Fondazione Fraternitas, la Casa del Clero, il Museo Diocesano Tridentino, Vita Trentina Editrice, la Fondazione Causa pia Battisti e, per la prima volta, il Collegio Arcivescovile.

«La struttura dei conti è ancora lontana dall’obiettivo dell’equilibrio economico – ha spiegato l’economo diocesano Claudio Puerari nel corso dell’esposizione dei dati. – Permane una struttura significativa di costi fissi. L’elemento cruciale, in prospettiva e anche per gli Enti afferenti, sarà quello di una chiara politica di indirizzo funzionale dell’ampio patrimonio immobiliare facente capo alla Diocesi, finalizzata a renderlo pienamente al servizio della missione istituzionale, con coraggio e perseveranza nei comportamenti».

Più esplicito l’arcivescovo Tisi: «I nostri spazi appaiono oggi abnormi per l’utilizzo che ne facciamo. Dobbiamo ripensare anche il loro utilizzo». 

E quindi, è ipotizzabile, una dismissione.

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