Chiesa / Trento

Chiesa in festa, è arrivato don Matteo Moranduzzo: ha 25 anni ed è originario di Castello Tesino

La sua promessa: «Da sacerdote vorrei essere uno che non giudica: come Gesù fa stare bene le persone che incontra, vorrei anch'io dare forza alle persone che incontro, lasciando l'idea non di una Chiesa non opprimente, ma accogliente»

TRENTO. Dal pomeriggio di sabato 18 giugno, la Chiesa trentina ha un nuovo sacerdote. Matteo Moranduzzo, venticinquenne di Castello Tesino, è stato ordinato nella cattedrale del capoluogo dall'arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, alla presenza di buona parte della comunità cattolica cittadina. Il giovane ha iniziato il suo percorso formativo e di fede nel seminario della città. Lo scorso anno, nell'ambito di una cerimonia tenutasi nella basilica di Santa Maria Maggiore, era stato ordinato diacono.

«La nostra chiesa è in festa, perché con questa ordinazione riceve un nuovo presbitero. Ora facciamo in modo che altri giovani possano sentirsi ispirati dal suo esempio e, sentendo la parola di Cristo, seguirne lo spirito», ha detto Tisi all'inizio della celebrazione.

La messa, alla quale era presente buona parte del clero locale, assieme a qualche sacerdote proveniente da fuori provincia, tra cui il vescovo di Lima, Adriano Tomasi, si è tenuta in una cattedrale in buona parte completamente restaurata, ma con l'altare maggiore, e il famoso baldacchino settecentesco, copia di quello realizzato dal Bernini in San Pietro, a Roma, ancora coperto dai ponteggi. Data l'importanza e la sempre più eccezionalità dell'evento, il rito dell'ordinazione è stato trasmesso in diretta televisiva e sui canali social della diocesi.

«Come vescovo oggi provo una gioia immensa - ha detto Tisi, poco dopo la fase introduttiva, quando Moranduzzo è stato presentato all'assemblea - perché Matteo è una pagina inedita che il Dio della vita regala alla nostra Chiesa. A lui chiedo di non smettere mai di incantarsi davanti alla meravigliosa danza della vita che Cristo ha preparato per noi. Se saprà accettare Gesù, potrà essere quello spazio aperto in cui, chi lo incontrerà, potrà vedere sempre l'immensità di Dio. La nostra Chiesa non ha bisogno di funzionari, di esperti del sacro, ma di uomini e donne che vivano in rapporto con Dio, che abbiamo udito e accolto ciò che è invisibile nella propria vita».Nel corso dell'omelia, il prelato ha poi invitato Moranduzzo e tutti i fedeli presenti a riappropriarsi del proprio spazio di riflessione e preghiera.

«Le agende frenetiche - ha detto - ci portano ad essere predatori nei confronti degli altri, ci portano via l'attitudine all'incanto e ci rubano la vita per essere strani personaggi che altro non hanno che attività da svolgere. Continuiamo invece a coltivare l'incanto eucaristico e della parola, per vivere andando incontro ai fratelli».

Concluse le litanie dei santi, in cui il candidato si prostra a terra in segno di umiltà, vi è stata l'ordinazione vera e propria, con l'imposizione delle mani, la preghiera consacratoria e, infine, la vestizione dell'abito sacerdotale e l'unzione crismale, seguita dall'abbraccio di pace del vescovo e dei sacerdoti presenti, che accolgono così il nuovo prete.

«Da sacerdote - ha detto Moranduzzo prima di essere ordinato - vorrei essere uno che non giudica: come Gesù fa stare bene le persone che incontra, vorrei anch'io dare forza alle persone che incontro, lasciando l'idea non di una Chiesa non opprimente, ma accogliente».

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