Politica / Il caso

Kaswalder richiama i consiglieri provinciali: “Indossate giacca e cravatta”. Zeni (Pd) lo critica

Il consigliere provinciale del Pd ha presentato una interrogazione al riguardo con cui ironizza sul richiamo di Kaswalder alla sobrietà, ricordando le volte in cui il presidente si è lasciato andare a bestemmie e altre cadute di stile - non d'abito ma verbali - in aula

TRENTO. La circolare del presidente del consiglio provinciale, Walter Kaswalder, con cui il 16 giugno scorso ha richiamato i consiglieri provinciali uomini - per sobrietà - al rispetto del regolamento, che prevede che indossino la giacca e la cravatta viene presa di mira dal consigliere provinciale del Pd, Luca Zeni (nella foto).

Zeni ha presentato una interrogazione al riguardo con cui ironizza sul richiamo di Kaswalder alla sobrietà, ricordando le volte in cui il presidente si è lasciato andare a bestemmie e altre cadute di stile - non d'abito ma verbali - in aula.

«Si tratta - scrive Zeni nell'interrogazione - senza dubbio dello stesso comportamento usato dal presidente in alcuni momenti d'aula, dove l'uso di improperi anche blasfemi ha testimoniato una sobrietà dialettica decisamente consona all'istituzione; oppure potrebbe trattarsi della medesima sobrietà utilizzata per chiudere il rapporto di lavoro corrente con un suo dipendente. O ancora forse, il presidente si riferisce a quella sobrietà che qualche consigliere ha manifestato in aula e fuori con "apprezzamenti" quanto meno ruspanti nei riguardi di altre colleghe».

Il consigliere chiede dunque «quante e quali censure sono state, a tutt'oggi, applicate nei ripetuti casi di intemperanza verbale che hanno contraddistinto particolarmente questa Legislatura; quanti e quali richiami ha rivolto il presidente alla Giunta, nei casi in cui abbia delegato la sua rappresentanza ufficiale in eventi e manifestazioni a singoli Consiglieri di maggioranza, introducendo così una pratica del tutto difforme ed irrispettosa dei diversi ruoli istituzionali» e infine «a quanto ammonta attualmente il costo sostenuto dal consiglio provinciale per il pagamento degli emolumenti spettanti all'ex dipendente dello stesso licenziato senza giusta causa».

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