Salute / Il caso

Pronto soccorso in emergenza in tutto il Trentino: i dati impietosi, e Segnana ammette: «Situazione terribilmente complicata»

Una interrogazione di Ugo Rossi fa uscire i numeri, manca il 30% dei dottori: «Abbiamo schierato la Protezione Civile per un concerto di Vasco, mettiamo lo stesso impegno per la salute»

LA SITUAZIONE Solo sei professionisti per gestire i turni
EMERGENZA Trento, medici privati in pronto soccorso

IOPPI «Deleterio il ricorso alle cooperative per il pronto soccorso»
ROVERETO  I dottori minacciano le dimissioni in blocco

TRENTO. Non solo Rovereto ed Arco: anche il Pronto Soccorso di Trento è in grave carenza di personale. In totale, in Trentino, a fronte di una necessità di 122 medici, quelli effettivi in servizio sono 85. Manca, quindi, un 30% di camici bianchi.

A soffrire di più sono i due centri principali, ovvero Trento e Rovereto. E - senza volere fare una ridicola “gara” a chi è messo peggio - la situazione più difficile è proprio al Santa Chiara: a fronte di una necessità di 28 medici ce ne sono 17 (meno 40%), di 82 infermieri ce ne sono 74 (meno 10%) e di 40 Oss ce ne sono 34 (meno 15%).

Personale che nei primi cinque mesi dell’anno, dall’1 gennaio al 31 maggio, ha comunque dovuto gestire la bellezza di 35.116 accessi (di cui 1.065 codici rossi su un totale provinciale di 1.871), con una media di 232 al giorno. Si tratta di quasi la metà degli accessi di tutta la provincia, sommando i 7 Ps del territorio. Se Trento piange Rovereto non ride: al Santa Maria del Carmine mancano la metà dei medici, ma almeno per quanta riguarda infermieri e oss l’organico è più o meno a posto. Per tappare i buchi sono stati aggiunti 8 medici «esterni», ma questi non fanno i turni di notte. E per gli altri la qualità della vita è a livello minimo.

La situazione è emersa con dati precisi grazie all’interrogazione a risposta immediata del consigliere Ugo Rossi (Azione), che ha chiesto all’assessora Segnana «se fosse al corrente dei gravi problemi di organico nei pronto soccorso degli ospedali trentini». Ne è emerso un quadro davvero drammatico. Un po’ ovunque manca personale, ma stando alla tabella ad esempio ad Arco i numeri sono più o meno in linea con le esigenze. Per un’analisi e un confronto corretti, inoltre, va ricordato che nelle valli i Ps e le medicine vanno insieme. E, in ogni caso, l’organico va sempre parametrato al lavoro da fare, in questo caso rappresentato dagli accessi.

Nei primi cinque mesi dell’anno, in 151 giorni, la media di Trento è appunto di 232 accessi al giorno, a Rovereto di 114, a Cles 62, a Cavalese 53, ad Arco 45, a Tione 31 e a Borgo 30.

Nel rispondere all’interrogazione di Ugo Rossi, l’assessora Stefania Segnana ha ammesso che «la situazione è terribilmente complicata». Ora è in campo l’ipotesi di affidare il servizio a cooperative private di medici.

Ugo Rossi: «Ho fatto questa interrogazione senza la volontà di fare polemica, perché penso che su questi temi l'attenzione debba essere trasversale». Esordisce così il consigliere provinciale ed ex presidente Ugo Rossi (Azione) dopo aver letto la tabella fornita dalla giunta e ascoltato la risposta dell'assessora Segnana. «Tuttavia - aggiunge - non si avverte su questo tema l'attenzione straordinaria che meriterebbe. Abbiamo purtroppo notizie di medici dei pronto soccorso trentini che hanno deciso di trasferirsi a lavorare a Bolzano. In particolare evidenzio la situazione del pronto soccorso di Trento che appare davvero di estrema criticità per la mancanza di medici. Nel giugno 2021 erano in servizio 22 medici a fronte di pianta organica di 28, adesso sono in servizio 19 medici a fronte di pianta organica di 28. Numeri che ci preoccupano e non poco».

Rossi ha chiesto inoltre di approfondire il tema della "fuga" di medici verso l'Alto Adige, al fine di capire le motivazioni e mettere in campo azioni straordinarie. Infine l'amara constatazione: «Abbiamo schierato la protezione civile per il concerto di Vasco, mettiamoci lo stesso impegno anche per i pronto soccorso trentini. Chiedo quindi un' attenzione almeno pari allo spiegamento di forze dedicato all'attività commerciale privata del "concertone" del 20 maggio scorso».

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